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Bambino di 7 anni annegato in piscina, a processo genitori e bagnini per omicidio e negligenza

Ansh Sharma è morto annegato in una piscina di Brescia. Per la Procura poteva essere salvato. Secondo il medico legale è rimasto “sott’acqua per oltre un minuto”.
A cura di Enrico Spaccini
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Immagine di repertorio
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Dopo oltre due anni, è iniziato il processo per la morte di Ansh Sharma: il bambino di 6 anni annegato il 19 luglio del 2020 nella piscina Lamarmora di via Rodi, a Brescia. Ieri, 28 novembre, si è tenuta la prima udienza dove è stato ascoltato il medico legale che ha eseguito l'autopsia e gli altri esami sulla salma di Ansh. I reati ipotizzati sono di omicidio colposo e omesso controllo, e gli imputati i genitori e due bagnini in quel momento in servizio in piscina.

L'incidente e i tentativi di rianimazione

Era una domenica estiva come tante altre. Ansh stava trascorrendo il pomeriggio in piscina con i suoi genitori e il fratello più grande. Tra i tanti tuffi, uno è diventato fatale per il bambino che il giorno dopo avrebbe compiuto 7 anni.

Il tempo passava e lui non riemergeva. Alle grida disperate della madre è seguito l'intervento di uno dei bagnini. Si è tuffato, lo ha recuperato e steso a bordo vasca. Poi ha iniziato le manovre di rianimazione, in attesa dell'arrivo dei soccorsi. Ricoverato d'urgenza al Civile di Brescia, Ansh è morto dopo poche ore.

La perizia del medico legale e le accuse della Procura

La perizia del medico legale ha evidenziato come Ansh sia rimasto "sott'acqua oltre un minuto". Secondo lui, non ci sarebbero dubbi sulla causa della morte: annegamento senza altre concause, come malattie pregresse o patologie ancora sconosciute.

Secondo la Procura, però, poteva essere salvato. Gli inquirenti hanno sottolineato come Ansh non sapeva nuotare, ma nonostante questo gli era stato permesso di tuffarsi più volte nella piscina per adulti senza braccioli. Oltre ai genitori e ai due bagnini, sono indagati anche due assistenti bagnanti dalla Procura dei minori, in quanto non erano ancora 18enni.

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