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Alpinista lombardo 27enne muore sul monte Civetta: è precipitato davanti all’amico

Ancora un tragico incidente in montagna con vittima un alpinista lombardo. Dopo Marco Sordelli, a perdere la vita sul monte Civetta è stato il 27enne Guido Di Carpegna Brivio, residente a Cesano Maderno. Stava scendendo con un compagno di cordata quando un chiodo al quale si era agganciato si è sfilato, facendolo precipitare nel vuoto. L’amico, un 23enne milanese, è stato portato in salvo solo all’alba di oggi, dopo una notte passata a 2.450 metri.
A cura di Francesco Loiacono
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Dopo il dramma di Marco Sordelli, un altro alpinista lombardo è morto sui monti del Veneto, precisamente sul gruppo del monte Civetta. La vittima è il 27enne Guido Di Carpegna Brivio, residente a Cesano Maderno, in provincia di Monza e Brianza. L'incidente che gli è risultato fatale è avvenuto nella serata di ieri, venerdì 27 agosto, mentre il 27enne si stava apprestando a scendere in doppia dalla Torre Venezia assieme al compagno di cordata, un 23enne di Milano. Di Carpegna Brivio, stando a quanto riportato dal Soccorso alpino del Veneto, sarebbe precipitato proprio davanti allo sguardo dell'amico. I due avevano scalato la Via Ratti e si stavano apprestando a scendere quando Di Carpegna Brivio ha caricato il proprio peso su un chiodo con cordino, utilizzato da alcuni scalatori per scendere all'attacco delle doppie. Poco dopo essersi agganciato però il chiodo è uscito dalla fessura, facendo precipitare nel vuoto il 27enne.

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Il compagno di cordata recuperato dopo una notte passata in quota

Per l'amico è iniziata un'odissea: oltre al dramma di aver assistito alla morte del compagno di cordata, ha dovuto aspettare tutta la notte bloccato a 2,450 metri di quota per poter essere recuperato dal soccorso alpino, a causa della nebbia e del peggioramento delle condizioni climatiche. A tenergli compagnia le chiamate regolari, ogni 25-30 minuti, da parte del soccorso alpino. Soltanto alle 6.25 di oggi, sabato 28 agosto, un elicottero con due soccorritori a bordo è riuscito a raggiungere il giovane, che stava bene sebbene fortemente scosso. Dopo aver accompagnato il 23enne al campo base ai Piani di Pelsa e poi al Rifugio Vazzoler, dove è stato riscaldato e rifocillato, l'elicottero è poi nuovamente volato verso la parete per cercare il ragazzo precipitato. Il suo copro senza vita era finito 180 metri più in basso rispetto al punto in cui è precipitato. "Sbarcati 7 soccorritori, sono stati attrezzati gli ancoraggi per calarsi, ricomporre e imbarellare la salma – ha spiegato il Soccorso alpino in una nota -. Il recupero è poi avvenuto con l'elicottero del Suem di Pieve di Cadore, che ha provveduto a portare a valle anche i soccorritori".

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