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“Alessia Pifferi ha tutelato i desideri di donna e non i doveri di madre”: la perizia psichiatrica superpartes

Alessia Pifferi era capace di intendere e di volere quando a luglio 2022 ha lasciato morire di stenti la figlia di 18mesi Diana abbandonandola per sei giorni nel suo appartamento del Milanese.
A cura di Ilaria Quattrone
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Alessia Pifferi con la sua legale Alessia Pontenani
Alessia Pifferi con la sua legale Alessia Pontenani
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Alessia Pifferi era capace di intendere e di volere quando a luglio 2022 ha lasciato morire di stenti la figlia di 18 mesi Diana: è questo l'esito della perizia psichiatrica firmata dal dottore Elvezio Pirfo, che è stato incaricato dai giudici della Corte d'Assise a svolgere una perizia superpartes. L'esame è stato depositato nella giornata di oggi, lunedì 26 febbraio, alla Corte d'Assise di Milano. La 38enne è accusata di omicidio volontario aggravato e rischia una condanna all'ergastolo.

Il test di Wais a cui è stata sottoposta Alessia Pifferi

Il pubblico ministero Francesco De Tommasi, che rappresenta l'Accusa, ha sempre sostenuto che l'imputata non avesse mai avuto alcun problema psichiatrico. Elemento che invece era stato sottolineato dalle psicologhe del carcere San Vittore – dove Pifferi è detenuta – in diverse relazioni.

Le professioniste avevano sottoposto la donna al test di Wais, il cui risultato ha evidenziato un livello cognitivo pari a quaranta. Nei loro documenti hanno inoltre sottolineato come Pifferi non fosse "lucida e consapevole della gravità delle proprie azioni".

Proprio in seguito a queste relazioni, De Tommasi ha aperto un altro filone di indagine per falso e favoreggiamento. Due psicologhe del carcere sono indagate per entrambe le accuse mentre l'avvocata Alessia Pontenani, che difende la 38enne, solo per falso. Per il magistrato le due professioniste avrebbero eseguito un esame che non avrebbero potuto fare e avrebbero falsificato il diario clinico al solo scopo di aiutare la donna a ottenere la perizia nel processo.

E proprio sulla somministrazione del test di Wais, lo psichiatra Pirfo ha specificato che l'esame "non è del tutto conforme ai protocolli di riferimento e alle buone prassi in materia di somministrazione di test psicodiagnostici e quindi l'esito del predetto accertamento non può essere ritenuto attendibile e compatibile con le caratteristiche mentali e di personalità dell'imputata per come emergono dagli ulteriori atti del procedimento e dall'osservazione peritale".

Lo psichiatra Pirfo su Pifferi: "Ha tutelato i suoi desideri di donna rispetto ai doveri di madre"

Per il Perito, al momento dei fatti, Pifferi "ha tutelato i suoi desideri di donna rispetto ai doveri di accudimento materno verso la piccola Diana". Nelle quasi 130 pagine di relazione ha poi proseguito spiegando che la 38enne  "ha anche adottato ‘un'intelligenza di condotta' viste le motivazioni diverse delle proprie scelte date a persone diverse". Per lo psichiatra non ha alcun "disturbo psichiatrico maggiore" né "gravi disturbi di personalità".

Considerata la mantenuta capacità di intendere e di volere, quindi "non è possibile formulare una prognosi di pericolosità sociale correlata all'infermità mentale". Infine "in presenza di un funzionamento cognitivo integro, di una buona capacità di comprensione della vicenda giudiziaria che la riguarda, sia in termini di disvalore degli atti compiuti sia dello sviluppo della vicenda processuale" Pifferi è "capace di stare in giudizio".

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