Aereo precipitato a Milano, la famiglia del magnate romeno alla guida del jet: “Colpa di un guasto”

Non fu un errore umano a causare la morte dell'uomo più ricco della Romania e di tutta la sua famiglia, avvenuta a San Donato Milanese mentre si trovavano a bordo del loro jet privato nell'ottobre del 2021.
La causa dell'incidente sarebbe stata infatti dovuta a "un guasto del pitch trim", il sistema di assetto di volo, che sarebbe rimasto bloccato nella posizione di decollo. È la conclusione firmata da otto esperti, tra cui piloti e tecnici che hanno lavorato anche per la Nasa, sul caso del Pilatus Pc-12 che precipitò dopo il decollo da Linate causando la morte delle otto persone che si trovavano all'interno del velivolo privato: tra loro c'erano anche un bimbo di un anno e lo stesso pilota, il magnate romeno Dan Petrescu.
Proprio i familiari di Petrescu, con l'avvocato Pasquale Pantano, si erano infatti recentemente opposti alla richiesta di archiviazione dell'inchiesta per disastro colposo formulata dalla Procura di Milano, motivata dell'Agenzia nazionale per la sicurezza del volo con l'errore umano da parte del pilota e l'esclusione di problemi tecnici del velivolo. Stando alle relazioni depositate da legale della famiglia Petrescu, invece, tra cui una redatta a seguito di "prove di volo" per simulare quanto accaduto e firmata da un team di esperti, spunta un'altra ipotesi, ovvero quella del guasto tecnico. E addirittura in un'altra consulenza, su cui ha lavorato il docente di Costruzioni aerospaziali al Politecnico di Milano Giuseppe Sala, si fa riferimento anche a una "grave negligenza da parte di Pilatus Aircraft Ltd", società costruttrice, "nella gestione della manutenzione e del mantenimento dell'aeronavigabilità del velivolo". L'opposizione all'istanza sarà discussa domani davanti alla gip Lorenza Pasquinelli, che dovrà poi prendere una decisione.
L'incidente aereo di San Donato Milanese
Intorno alle 13.03 del 3 ottobre 2021, un jet privato Pilatus PC-12 decolla dalla pista di Milano Linate con direzione Olbia, Sardegna. In un primo momento, per circa due minuti, le comunicazioni radio sono regolari, e non arriva nessun messaggio di emergenza da parte dell'equipaggio. Quando i passeggeri si trovano a circa 3mila piedi d'altezza (ovvero a circa un chilometro da terra), però, il velivolo devia progressivamente dalla rotta prevista: i dati radar mostrano oscillazioni di velocità verticale (salite e discese rapide), sintomo di un problema di controllo o assetto, mentre l'aereo continua a salire fino a 4mila piedi.
È intorno alle 13.07 che la velocità verticale del velivolo diventa decisamente elevata. Il jet perde quindi quota rapidamente e si schianta infine con violenza contro un edificio in ristrutturazione, fortunatamente disabitato, nelle vicinanze della metropolitana di San Donato Milanese. A perdere la vita saranno tutti gli occupanti del mezzo: otto vittime in totale tra membri della famiglia di Dan Petrescu, uno degli imprenditori più ricchi di Romania, la moglie, il figlio e altri amici del magnate. Nessun sopravvissuto.
Tra le vittime anche l'italiano Filippo Nascimbene, morto con moglie e figlio di un anno

Dan Petrescu, 68 anni, era considerato uno degli uomini più ricchi della Romania: il suo patrimonio, al momento della morte, era stimato in circa 3 miliardi di euro. Soprannominato "il miliardario ombra" per il suo stile di vita estremamente riservato, aveva costruito dal nulla la sua fortuna attraverso grandi operazioni immobiliari e partecipazioni in società estere schermate. Con lui, a bordo, si trovavano anche la moglie 65enne Regina Dorotea Balzat Petrescu, nata in Romania con cittadinanza francese, e il figlio Dan Stefan, 30 anni, anche lui con doppio passaporto romeno e tedesco.
Ma non solo. Tra i passeggeri c'erano anche il compagno canadese del 30enne Julien Brossard, 36 anni, e una famiglia italo-francese vicina al figlio del noto imprenditore: Filippo Nascimbene, 32enne originario del Pavese, la moglie coetanea Claire Alexandrescou, manager franco-romena, e il figlio di appena un anno Raphael. Con loro, a bordo, anche la nonna materna del piccolo Miruna Anca Wanda Lozinschi, cittadina della Romania. Secondo quanto ricostruito il gruppo, riunito per le vacanze estive, stava raggiungendo una delle ville di Petrescu in Sardegna: qui, ad attenderli, c'era la madre 98enne del magnate, rimasta dopo la tragedia unica erede dell'impero di Petrescu.
