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Aereo da turismo precipita a San Donato: 8 morti

Aereo precipita a San Donato e muoiono 8 persone: dopo un anno ancora sconosciuta la causa

Cosa sia successo a bordo dell’aereo da turismo Pilatus-Pc12, precipitato il 3 ottobre del 2021 a San Donato (Milano), resta ancora un mistero. A distanza di un anno si ricordano le vittime.
A cura di Giorgia Venturini
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A distanza di un anno, cosa sia successo a bordo dell'aereo da turismo Pilatus-Pc12, precipitato il 3 ottobre del 2021 a San Donato (Milano), resta ancora un mistero.

Se a causare la morte dei passeggeri – otto, di cui uno un bimbo di due anni – sia stato un malfunzionamento del motore o un errore umano, lo rivelerà la Procura al termine delle indagini. Tecnici ed esperti nel corso dell'anno sono riusciti a ricomporre l'aereo mettendo insieme i pezzi caduti su un palazzo in costruzione: da qui dovranno capire cosa sia successo. Lavoro non facile dal momento che la scatola nera non ha registrato nulla.

Chi sono le vittime dell'incidente aereo a San Donato

A un anno di distanza si ricordano le vittime. Ai comandi dell'aereo da turismo c'era il noto imprenditore romeno, nonché proprietario dell'aereo, Dan Petrescu.

Era soprannominato "il miliardario ombra" perché nonostante le sue ricchezze e patrimonio ammontassero a 3 miliardi di euro si faceva vedere spesso a bordo di bus o altri mezzi pubblici. Nell'incidente è morta anche la sua famiglia, ovvero la moglie Regina Dorotea Balzat Petrescu di 65 anni con cittadinanza francese e il figlio di 30 anni, Dan Stefan.

Le altre vittime sono amici di famiglia: l'italiano Filippo Nascimbene, di 32 anni e originario del Pavese, la moglie Claire Alexandrescou, cittadina francese, e il figlio di appena due anni Raphael. Infine la nonna del piccolo, Miruna Anca Wanda Lozinschi, e un amico del figlio dell'imprenditore, il canadese Julien Brossard.

L'aereo era diretto in Sardegna dove l'imprenditore aveva una villa: qui avrebbero passato tutti insieme qualche giorno di vacanza. A Olbia li attendeva la madre dell'imprenditore che aveva anticipato la sua partenza. L'aereo ha perso quota subito dopo il decollo.

La scatola nera non ha registrato nulla

Quello che accadde un anno fa è ancora poco chiaro. Sembrerebbe che l'imprenditore ai comandi avesse chiesto alla torre ci controllo di ritornare in aeroporto a Linate, da dove era decollato solo pochi minuti prima. Nessuna però richiesta di aiuto però. Pochi secondi dopo lo schianto.

La chiamata di soccorso all'Agenzia regionale emergenza urgenza arriva alle 13.09: medici e paramedici si precipitano a San Donato, tra via Marignano e via 8 ottobre 2001 (la data è quella di un altro grave incidente aereo nel Milanese).

L'aereo è precipitato come fosse un sasso: contro l'edificio ci è arrivato quasi in verticale. Lo dimostrano anche i rottami trovati in una zona limitata dell'area e non sparpagliati in diversi metri.

Da qui i dubbi che la causa sia stata solo un'anomalia al motore: cosa insolita se si pensa che molto spesso quando il motore va in avaria si ha qualche minuto di tempo per "planare" e non precipitare come un sasso. Il motivo dell'incidente sarebbe quindi da trovare in una catena di fatti e cause.

Ancora oggi non si esclude l'errore umano: l'imprenditore romeno ai comandi dell'aereo potrebbe aver perso l'orientamento del velivolo rispetto al piano della superficie terrestre. E questo spiegherebbe la caduta in verticale del velivolo.

"L'unico modo per evitare il disorientamento spaziale è quello di mantenersi allenati alla guida", aveva precisato a Fanpage.it pochi giorni dopo la tragedia il generale ora in pensione Carlo Landi, ex comandante del Reparto Sperimentale Volo dell'Aeronautica militare e qualificato come investigatore incidenti.

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