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Martina Rossi, chiesto rinvio a giudizio per due giovani. Procura: “Tentò di fuggire a stupro”

Secondo la Procura di Arezzo Martina Rossi, morta quasi sei anni fa a Palma di Maiorca, non si gettò volontariamente dal balcone della sua camera di hotel ma cadde nel tentativo di fuggire da uno stupro.
A cura di Davide Falcioni
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Martina Rossi non si sarebbe tolta la vita di proposito buttandosi dal balcone dell'hotel  Sant’Ana di Palma di Maiorca il 3 agosto 2011: la studentessa ventenne, secondo il Procuratore della Repubblica di Arezzo Roberto Rossi, sarebbe caduta fuggendo da un tentativo di violenza sessuale da parte di altri due giovani. Per questo la procura aretina dopo l’avviso di chiusura indagini, ha chiesto il rinvio a giudizio per Alessandro Albertoni, studente universitario, e Luca Vanneschi , piccolo imprenditore, entrambi 28enni di Castiglion Fibochi (Arezzo).

Martina Rossi tentò di sfuggire a uno stupro?

Stando a quanto ricostruito dalla Procura di Arezzo dopo la riapertura delle indagini, Martina Rossi, che nell'agosto di sei anni fa era in vacanza con alcune amiche a Palma di Maiorca, tentò di scavalcare la ringhiera della camera dei due ragazzi aretini per rifugiarsi nella camera adiacente ma perse la presa per colpa di alcuni teli da mare bagnati e precipitò.

Determinante, al fine di stabilire quest'ultimo scenario, è risultata la testimonianza di una cameriera che ha raccontato di aver visto Martina scavalcare la balaustra e buttarsi volontariamente dal sesto piano. Il racconto della donna è anche la principale carta della difesa, malgrado ora una perizia dica che la lavoratrice non può aver visto tutto quello che racconta. I periti, infatti, hanno ricostruito anche la dinamica della caduta di Martina Rossi, a "candela", elemento che sarebbe in contrasto con lo slancio di un suicidio. Dal canto suo Alessandro Albertoni, a cui venne trovato un graffio in faccia, ha giustificato la ferita dicendo che lei si svegliò all’improvviso aggredendolo. Per finire ci sono le intercettazioni nella stanza della procura di Genova in cui Albertoni e Vanneschi aspettavano di essere interrogati: "Stai tranquillo, non parlano di violenza sessuale".

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