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Maroni blocca Berlusconi: “Il condono non è nel programma”

Il leader della Lega Nord interviene a Radio Anch’io e spiega: “Non mi piacciono i condoni, non mi piacciono questi colpi di spugna. Su questo punto non esprimo un consenso: il condono non c’è peraltro nel programma”.
A cura di Davide Falcioni
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Italian prime minister Silvio Berlusconi

Non sono passate neppure 24 ore dalla proposta di Silvio Berlusconi di un "condono tombale", che è arrivata la replica dell'alleato Roberto Maroni, segretario della Lega Nord e candidato per il centrodestra alla guida della Regione Lombardia: "Non mi piacciono i condoni – ha spiegato a Radio Anch'io – non mi piacciono questi colpi di spugna. Su questo punto non esprimo un consenso: il condono non c'è peraltro nel programma. Preferisco un'altra strada, combattere l'evasione attraverso il contrasto di interessi, cioè portare in detrazioni le ricevute". Insomma, dopo la questione del candidato premier, con il Carroccio in un primo tempo a indicare la figura di Tremonti e Berlusconi a proporre Alfano, quella dei condoni potrebbe creare nuove distanze tra le due forze politiche alleate. La proposta del condono era stata lanciata a poche ore da quella clamorosa sulla restituzione dell'Imu alle famiglie, ed aveva subito suscitato critiche e ironie da parte degli avversari politici, in particolar modo Monti e Bersani. Il Cavaliere in serata si era poi chiarito, spiegando che si sarebbe creato un equivoco e che "il condono tombale si impone in caso di una riforma fiscale globale".

Roberto Maroni, poi, ha risposto anche alle accuse del Pd sui 4 miliardi e mezzo gettati al vento per una gestione compiacente sull'affaire quote latte: "È una fandonia, un falso e chi l'ha detto, c'è già un lungo elenco, sarà chiamato a risponderne davanti ai giudici. La questione delle quote latte risala all'83, quando ancora la Lega non esisteva, con le prime sanzioni della Commissione Ue. Noi abbiamo fatto anzi il contrario, con Zaia che ha fatto una legge rateizzando il debito, costringendo anche  costringendo anche i Cobas più duri a pagare e chi non lo ha fatto ha violato la legge". Dunque, conclude il segretario della Lega, quella sulle quote latte è  "una strumentalizzazione elettorale".

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