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Marò, l’Europa è “impegnata attivamente”. Monti telefona al premier indiano

Dopo il trasferimento in carcere per Latorre e Girone e la richiesta dell’Italia all’Ue, la portavoce di Catherine Asthon ha fatto sapere che l’Europa si sta attivando per una “soluzione soddisfacente”. La tensione tra i due Paesi resta alta, Giulio Terzi ha protestato contro l’ambasciatore indiano a Roma mentre Monti ha telefonato al premier Singh.
A cura di Susanna Picone
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Dopo il trasferimento in carcere per Latorre e Girone e la richiesta dell’Italia all’Ue, la portavoce di Catherine Asthon ha fatto sapere che l’Europa si sta attivando per una “soluzione soddisfacente”. La tensione tra i due Paesi resta alta, Giulio Terzi ha protestato contro l’ambasciatore indiano a Roma mentre Monti ha telefonato al premier Singh.

“Su richiesta dell’Italia stiamo attivando contatti per trovare una soluzione positiva alla vicenda”, lo ha detto la portavoce di Catherine Ashton, responsabile per la diplomazia Ue, riguardo la vicenda dei militari italiani accusati in India di aver ucciso due pescatori mentre erano di guardia a bordo della Enrica Lexie. Per i due marò, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, nonostante la polemica con l’Italia, si sono aperte le porte del carcere di Trivandrum e da quando il giudice di Kollam ha preso questa decisione in Italia si sono scatenate dure critiche da diverse parti politiche che hanno portato, infine, a richiedere un intervento diretto dell’Europa a favore dei nostri marò.

Ieri, in particolare, alcuni eurodeputati italiani hanno simbolicamente manifestato a Bruxelles con una iniziativa bipartisan (erano presenti deputati Pdl, Pd e il leghista Mario Borghezio) mostrando manifesti con la foto dei marò e l’invito a salvarli e riportarli in Italia. Un “invito” per l’Europa che ha annunciato di essere “attivamente impegnata” per la soluzione della vicenda. Lo stesso ministro degli Esteri Giulio Terzi, ha convocato ieri l’ambasciatore indiano a Roma per protestare per il comportamento dell’India nei confronti del maresciallo Latorre e del sergente Girone costretti al carcere. Il nostro Paese continua, infatti, a non ritenere legittimo il procedimento penale a carico dei due marò perché l’episodio incriminato sarebbe avvenuto in acque internazionali per cui la competenza spetterebbe all’Italia e non all’India. Inoltre resta ancora da accertare la reale colpevolezza dei militari del Reggimento San Marco.

Monti telefona al premier indiano – Da Nuova Dehli, intanto, si viene a sapere che l’India “non riconosce l’immunità legale dei militari impiegati a bordo delle navi con funzioni antipirateria” perché l’accordo sui Vdp (Vessel Protection Derachement) non si applica a livello globale. La situazione tra i due Paesi appare dunque sempre più critica e lo stesso premier Mario Monti è entrato nel vivo della vicenda telefonando personalmente il premier indiano Manmohan Singh. Dall’India, intanto, i nostri militari assicurano di essere trattati bene e di avere piena fiducia nelle istituzioni.

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