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Mario Draghi: “La Bce è l’ultimo baluardo dell’unione monetaria”

In un’audizione al Parlamento europeo, il governatore della Bce ha parlato della grave crisi del debito sovrano. La priorità è quella di creare una “struttura di bilancio unica a livello dell’Eurozona” e di muovere verso l’integrazione fiscale.
A cura di Alfonso Biondi
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In un'audizione al Parlamento europeo, il governatore della Bce ha parlato della grave crisi del debito sovrano. La priorità è quella di creare una "struttura di bilancio unica a livello dell'Eurozona" e di muovere verso l'integrazione fiscale.

La priorità per i governi europei dev'essere quella di recuperare la stabilità finanziaria, anche perché le "misure non standard" messe in atto dalla Banca centrale europea hanno effetti solo "se limitate nel tempo". E' questo il punto di vista Mario Draghi che oggi, durante un'audizione al Parlamento europeo, ha detto la sua sulla crisi del debito che sta flagellando l'Eurozona. Draghi ha tenuto a precisare come la Bce rappresenti "l'ultimo baluardo dell'unione monetaria", ma ha anche sottolineato che l'Eurotower non acquisterà all'infinito i bond dei Paesi in difficoltà.

L'ex governatore di Bankitalia ha parlato delle grandi difficoltà che attraversano il Vecchio Continente, mettendo in evidenza la delicata posizione delle banche, "minacciate dallo stress sulle obbligazioni del debito sovrano" e la conseguente stretta del credito sulle piccole e medie imprese. Il credito, quindi, non circola. Se aggiungiamo poi i rischi di un rallentamento dell'economia, ecco che per Draghi la situazione diventa estremamente complicata.

Ecco perché bisogna cercare di recuperare credibilità presso i mercati, ecco perché bisogna sforzarsi di trovare nuove soluzioni non solo per quanto riguarda i singoli Paesi, ma anche a livello centrale. A questo proposito il numero uno della Bce ha richiamato l'attenzione sulla necessità di costituire una "struttura di bilancio unica a livello dell'Eurozona", così "come è unica la Bce". Draghi ha anche ventilato l'ipotesi di modificare i Trattati, anche se a suo dire ci sarebbero procedure più veloci per muoversi in direzione dell'integrazione fiscale a livello comunitario: "Dobbiamo tenere aperte le opzioni sul processo legale esatto che porti verso una reale unione economica. Cambiamenti ai trattati di grande portata non vanno esclusi, ma si possono concepire anche processi piu' rapidi" ha dichiarato. L'economista ha poi confermato quanto già affermato dal vicepresidente della Commissione europea Oli Rehn e che cioè i prossimi giorni saranno davvero decisivi per la moneta unica.

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