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Marcegaglia all’Assemblea di Confindustria: il paese indietro di 10 anni

Emma Marcegaglia, in occasione dell’Assemblea annuale di Confindustria, fa il punto sulla situazione economica in Italia. Molte le richieste fatte alla politica, che viene chiamata in causa per la bassa crescita del Paese.
A cura di Giuseppe Tramontin
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Emma Marcegaglia

È durata più di un'ora la relazione annuale della presidentessa di Confindustria, Emma Marcegaglia, all'assemblea pubblica degli industriali, l'ultima del suo mandato. Tante le proposte fatte e gli argomenti trattati, numerosi i riferimenti alla politica, che ha accusato di non aver inserito la crescita economica tra le priorità . In prima fila c'è il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, in occasione dei 150 anni dell'Unità d'Italia.

Intyervenire subito è l'imperativo che più volte la Marcegaglia esprime: in particolare rivolto a infrastrutture, riforma fiscale, semplificazioni e liberalizzazioni, campo in cui viene denunciata l'eccessiva presenza ed invadenza dello Stato. Il mito da sfatare, secondo la presidentessa in carica dal 2008, è che la situazione dell'Italia vada tutto sommato bene e che le uniche arretratezze siano dovute alla bassa crescita del Pil nel Sud dello Stato, anche perchè i numeri "dicono il contrario, visto che tra il 1995 e il 2007 il Pil procapite al Sud è cresciuto in media dell'1,3%, contro lo 0,9% al Nord".

Il decennio appena terminato si è concluso con una grossa perdita per l'Italia, sia in termini economici che di posizionamento nella classifica dei leader della produzione industriale e manifatturiera. Grande attenzione è data anche ai giovani, le cui speranze "non aspettano"; al riguardo vengono richieste decisioni che garantiscano un accompagnamento dalle fasi formative al lavoro, e su politiche fiscali meno pesanti, che allevino i carichi familiari. La Marcegaglia invoca una riforma fiscale che riduca le imposte sulle imprese e sui lavoratori e che combatta l'evasione fiscale, senza attuare una vera e propria oppressione di controlli su chi le tasse già le paga.

Al termine dell'intervento, il ministro per lo sviluppo economico, Paolo Romani, si rivolge agli imprenditori, ricordando i provvedimenti presi e citando in causa la lentezza della burocrazia e della giustizia come danni per la crescita. "Il nostro paese è forte e sano" continua il ministro, affermando che l'economia italiana "ha retto", anche se i numeri di Confindustria dicono altro: il Pil per abitante del 2010 è ancora sotto i livelli del 1999; rispetto alla media dell'area euro è passato dal 106,8% nel 1995 al 93,8% del 2011, numeri confermati anche dal recente rapporto dell'Istat.

https://www.youtube.com/watch?v=awe4a-63zH0
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