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Libia, Italia conferma sostegno a Serraj. Gentiloni: “No intervento straniero”

I colloqui a Vienna sul futuro della Libia hanno confermato il consenso unanime della comunità internazionale sulla necessità di sostenere il Governo di accordo nazionale come l’unico possibile.
A cura di Susanna Picone
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Da Vienna è stato confermato il consenso unanime della comunità internazionale sulla necessità di sostenere il Governo di accordo nazionale in Libia come l'unico possibile. Oltre a dare il via libera al Governo di Fayez al Serray la comunità internazione ha promesso anche di dargli le armi per difendersi a ha aperto la strada alla creazione di un esercito che unifichi le milizie presenti nel Paese. “Il governo di accordo nazionale ha chiesto al Comitato dell'Onu per le sanzioni alla Libia di potersi procurare le armi letali necessarie alla Guardia presidenziale al Comando anti-Daesh. Sosteniamo pienamente questi sforzi continuando, al tempo stesso, un embargo che eviti trasferimenti di armi fuori dal controllo del Governo di accordo nazionale”, è quanto si legge nel documento finale che chiude la Riunione ministeriale a cui a Vienna hanno partecipato 21 paesi (più Ue, Onu, Lega Araba).

Kerry: “Appoggeremo revoca embargo armi” – Era stato lo stesso premier designato Serraj a fissare i termini del rapporto tra Tripoli e il resto del mondo: il premier aveva detto di non volere soldati sul terreno, ma assistenza per l'addestramento e inoltre aveva chiesto la revoca dell'embargo sulle armi. “Appoggeremo il consiglio di presidenza e cercheremo di revocare l'embargo e fornire gli strumenti necessari per contrattaccare l'Isis”, ha detto da parte sua il segretario di Stato Usa John Kerry. “È importante e urgente – ha sottolineato – risolvere la situazione il più velocemente possibile: tutti conoscono il prezzo inaccettabile che le rivalità interne stanno infliggendo al popolo libico, all'economia e alla sicurezza e l'aumento dell'estremismo che ne trae vantaggio”.

“Pronti ad addestrare le forze libiche” – Secondo il nostro ministro Paolo Gentiloni a Vienna è stato realizzato un “grosso passo avanti”. “Siamo pronti ad addestrare ed equipaggiare le forze militari libiche come ci chiede il governo”, ha dichiarato da Vienna Gentiloni. “Il messaggio che arriva oggi da Vienna è che la Libia rimane unita, non si alimentano divisioni, i libici combatteranno il terrorismo e non ci sarà un intervento straniero di terra”, ha aggiunto ancora il ministro italiano sottolineando che la comunità internazionale a Vienna ha riconosciuto che “il governo Sarraj sarà il protagonista di questo processo di stabilizzazione”.

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