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Lettera di Rodotà al Pd: “Ipocriti. Quando vi facevo comodo, mi chiamavate…”

“Ho letto che ci sono vertici del Pd irritati nei miei confronti perché non avrei mai detto che la mia candidatura non era di parte. Ma se c’è stato qualcosa cui hanno tenuto molto i parlamentari del M5S in questi giorni, è proprio dire che la mia non era una scelta interna”.
A cura di Davide Falcioni
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In una breve lettera aperta, Stefano Rodotà scrive ai dirigenti del Partito Democratico: "Ho letto che ci sono vertici del Pd irritati nei miei confronti perché non avrei mai detto che la mia candidatura non era di parte. Ma se c'è stato qualcosa cui hanno tenuto molto i parlamentari del M5S in questi giorni, è proprio dire che la mia non era una scelta interna, che non apparteneva alla loro parte politica. E' aperta a tutti, lo hanno spiegato più volte e molto bene. Per questo non l'ho sottolineato".

Poi il candidato alla Presidenza della Repubblica ha continuato: "Leggendo queste cose che trasudano un po' ipocrisia la mia reazione è questa: ma come? Io sono un signore che loro conoscono molto bene da alcuni anni. Esistono molti strumenti oggi per tenersi in contatto: telefono, sms, e-mail. Se volevano un chiarimento, perché non li hanno usati?  In questi giorni non mi ha telefonato nessuno dal Pd. Perciò mi sono irritato. Perché vedo in questa vicenda una grande ipocrisia. Io ho lavorato tanti anni con quelle persone. Quando ha fatto loro comodo, il telefono è stato molto utilizzato".

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