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Legittimo Impedimento: le reazioni alla bocciatura

Il Pd accoglie con favore la decisione della Consulta, che “smonta” la legge sul Legittimo Impedimento. Il popolo viola festeggia in piazza, mentre il Pdl denuncia un attacco ai principi cardine degli ordinamenti democratici.
A cura di Alessio Viscardi
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legittimo impedimento

La Consulta boccia in parte la legge sul Legittimo Impedimento. La Corte Costituzionale ha deciso di salvare la legge, stravolgendone di fatto i contenuti: non potrà più essere la presidenza del consiglio a certificare gli impedimenti di un membro del Governo, ma dovrà essere il giudice del procedimento a giudicare se la concomitanza di impegni sia tale da far rimandare la seduta del processo. Inoltre, viene cancellato anche l'obbligo di rinviare la seduta di sei mesi.

Cominciano ad arrivare le reazioni del mondo politico. Il Pd, nonostante sia in piena crisi interna, festeggia la sentenza della Corte Costituzionale che ha “smontato la legge”. Anna Finocchiaro, capogruppo del Partito Democratico, ha dichiarato: "La Consulta ha bocciato l'automatismo disposto dalla legge e la certificazione di Palazzo Chigi e ha rimesso ai giudici la valutazione relativa al rinvio dell'udienza. Mi sembra chiaro che a saltare è l'impianto complessivo della legge". Anche il capogruppo del Pd nella Commissione Giustizia della Camera, Donatella Ferranti, dichiara che le motivazioni della Corte confermano che non c'è bisogno di un intervento legislativo sul legittimo impedimento. Purtroppo, il parlamento è stato impegnato in un dibattito inutile per mesi. Donatella Ferranti argomenta la decisione della Corte Costituzionale: “Da quanto si apprende, tutto viene riportato nell'alveo dei principi costituzionali riattribuendo ai giudici la valutazione concreta del legittimo impedimento anche per chi ricopre incarichi di governo e bocciando il meccanismo di automatico di rinvio che era stato introdotto con questa legge e che mascherava forme di insostenibile immunità”.

Il senatore Pd Felice Casson dichiara sconfessati i "consigliori del Premier": "Nella sostanza la Corte costituzionale ha bocciato completamente la linea del governo e dei consigliori del premier. In particolare il ministro Alfano continua a fornire interpretazioni della Costituzione italiana ripetutamente rigettate dalla Corte. Piuttosto che pensare a creare sempre nuovi privilegi per il premier e a cercare scudi processuali per Berlusconi, il governo farebbe meglio a pensare a come rimettere in sesto l'asfittica e traballante macchina della giustizia".

Festa di piazza anche per il Popolo Viola, che è sceso in piazza nei pressi di Palazzo Chigi per manifestare contro il Governo Berlusconi. La delegazione di Viola ha stappato una bottiglia di spumante alla notizia della parziale bocciatura da parte della Consulta. Sventolando il tricolore ed inneggiando alla Costituzione, il rappresentate del Popolo Viola Gianfranco Mascia dichiara: “La decisione della Consulta è una vittoria per gli italiani. Dobbiamo togliere il tappo dall'Italia: la legge è uguale per tutti”.

Tuonano le dichiarazione indignate dal Pdl. Il vicepresidente dei deputati, Osvaldo Napoli, si scaglia contro la decisione della Consulta e fa riferimento alle gesta di “Ponzio Pilato”, il quale sarebbe stato più audace nei propri giudizi: “I giudici della corte hanno deciso che sul legittimo impedimento sarà il magistrato a decidere. A seconda dei casi, il presidente del consiglio, per quanto impegnato nella sua veste istituzionale, dovrà impiegare il suo tempo per spiegare perché non ha tempo per essere in tribunale. La sentenza della corte ha complicato le cose, ammesso che ce ne fosse bisogno, restituendo alla valutazione soggettiva del magistrato fatti e circostanze che dovrebbero imporsi invece con la forza della loro oggettività”.

Critico anche il ministro Sandro Bondi – alle prese con la sua pendente mozione di sfiducia – secondo cui la sentenza della Consulta rovescia i cardini dell'ordine democratico: “Oggi la Consulta ha stabilito la superiorità dell'ordine giudiziario rispetto a quello democratico, rimettendo nelle mani di un magistrato la decisione ultima in merito all'esercizio della responsabilità politica e istituzionale”. Secondo il Ministro della Cultura, saremmo di fronte ad un vero attacco ai principi cardine della nostra democrazia.

Più conciliante Niccolò Ghedini, avvocato di Silvio Berlusconi nei processi in cui sarà chiamato a comparire dopo la parziale abrogazione del Legittimo Impedimento: "La legge sul legittimo impedimento nel suo impianto generale è stata riconosciuta valida ed efficace e ciò è motivo evidente di soddisfazione". La Corte Costituzionale sarebbe incorsa in un equivoco: "Nell'intervenire su modalità attuative, la Corte Costituzionale sembra avere equivocato la natura e la effettiva portata di una norma posta a tutela della possibilità di esercitare serenamente l'attività di Governo".

Anche la Lega Nord commenta la sentenza della Corte Costituzionale, attraverso il parere dei capigruppo alla Camera ed al Senato: "La sentenza della Corte Costituzionale sul legittimo impedimento non bloccherà l'azione del governo. Il cammino delle riforme prosegue con i tempi e i modi già stabiliti e per la Lega non cambia nulla. Dalla Corte Costituzionale non c'era da aspettarsi altro: sapevamo benissimo che la maggioranza dei giudici della Corte ha un atteggiamento ostile nei confronti dei provvedimenti voluti da questo governo. Ma non c'è sentenza della magistratura che può bloccare l'azione dell'esecutivo"

Anche il leader di Sinistra e Libertà, Nichi Vendola, ha considerato la sentenza "una bocciatura di un atto di arroganza", ovvero "rappresenta l'ennesimo gioco d'azzardo che non è riuscito a Berlusconi. Siamo di fronte al tentativo del potere politico di sottrarsi dal dovere di partecipare al pubblico dibattimento dentro al processo". Antonio Di Pietro, leader dell'Italia dei Valori, guarda al referendum sul legittimo impedimento che ieri la stessa Corte Costituzionale ha giudicato ammissibile: "I cittadini diranno in modo forte e chiaro che anche Berlusconi deve andare dal giudice quando viene chiamato e non si deve inventare una scusa ogni volta". Pierferdinando Casini, segretario Udc, si prende una rivincita sul Pdl: "Se fossero stati approvati gli emendamenti Udc, anche soppressivi, la legge sul legittimo impedimento sarebbe passata. Purtroppo non siamo stati ascoltati. La maggioranza di governo ha costretto la Corte a intervenire per eliminare le forzature nel testo. Quando si esagera queste sono le prevedibili conseguenze. Mi auguro che questa sia una lezione per tutti".

Non commenta Gianfranco Fini, per Futuro e Libertà parla l'on. Giuseppe Consolo: "Prendo atto della decisione della Corte costituzionale. Ora si dovrà vedere come i giudici, udienza per udienza, valuteranno le richieste di legittimo impedimento. Se vogliamo vederla così, dopo questa decisione esce vittorioso il ruolo dei giudici su quello dei politici".

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