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Lavoro nero nella ditta del padre di Di Maio: spuntano altri tre operai senza contratto

Lo scandalo relativo al lavoro in nero nell’azienda edile del padre del vicepremier Di Maio si allarga: Le Iene hanno raccolto altre tre testimonianze di operai che hanno raccontato di aver lavorato senza regolare contratto per la ditta Di Maio tra il 2008 e il 2009.  Di Maio, intervistato da Filippo Roma, ha assicurato di aver parlato con il genitore, il quale gli avrebbe detto che in passato solo Pizzo avrebbe lavorato in nero, ma a quanto pare le cose non starebbero esattamente come raccontato dal padre del ministro del lavoro.
A cura di Charlotte Matteini
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Sarebbero stati in tutto quattro gli operai che tra il 2008 e il 2009 avrebbero lavorato in nero presso l'azienda edile del padre di Luigi Di Maio. Lo scandalo che coinvolge il vicepremier e ministro del Lavoro sembra dunque destinato ad allargarsi. Solo pochi giorni fa, la iena Filippo Roma ha raccontato la storia di Salvatore Pizzo, operaio di Pomigliano d'Arco che in passato avrebbe lavorato in nero nella ditta edile del padre del vicepremier e al quale sarebbe stato richiesto proprio dal padre di Di Maio di mentire circa la dinamica di un incidente sul lavoro occorso in cantiere mentre lavorava senza essere in regola. Stando a quanto si apprende, però, Salvatore Pizzo non sarebbe l'unico operaio che nel corso degli anni avrebbe lavorato in nero per l'azienda edile di Di Maio, ma sarebbero venuti alla luce altri tre casi simili. Di Maio, intervistato da Filippo Roma, ha assicurato di aver parlato con il genitore, il quale gli avrebbe detto che in passato solo Pizzo avrebbe lavorato in nero, ma a quanto pare le cose non starebbero esattamente come raccontato dal padre del vicepremier.

Le Iene, infatti, hanno anticipato di aver raccolto altre tre testimonianze di operai impiegati in nero dal padre di Di Maio: la prima testimonianza riguarda un lavoratore che avrebbe lavorato nella ditta edile del padre di Di Maio per tre anni senza alcun contratto. Il racconto raccolto dalle Iene ricalca quello di Salvatore Pizzo: otto ore di lavoro al giorno dal lunedì al venerdì per circa 1000 euro al mese. Questo lavoratore, a differenza di Pizzo, avrebbe intentato una causa contro il padre del leader grillino per ottenere il riconoscimento dei propri diritti, causa che sarebbe ancora in corso.

Il secondo operaio che ha raccontato alle Iene di aver lavorato senza contratto è un disoccupato di Pomigliano: anche questa persona ha spiegato di aver lavorato come manovale edile per 8 mesi senza contratto. Il terzo caso, infine, è il più delicato: l'ex operaio ha raccontato di essere stato reclutato part-time senza alcun contratto e lavorava solo metà giornata in cantiere in quanto già occupato con regolare contratto in un istituto scolastico della zona, circostanza che non gli avrebbe permesso di lavorare nella ditta Di Maio. Come mostrerà la nuova puntata dell'inchiesta de Le Iene, davanti ai tre nuovi casi il ministro del Lavoro ha reagito in maniera sorpresa, quasi come non sapesse alcunché dei vari casi di lavoro in nero presso la ditta del padre.

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