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La vita impossibile dei bimbi malnutriti di Damasco: “Cercano cibo nelle discariche”

Bambini senza cure mediche, malnutriti e costretti a rovistare nella spazzatura per poter mangiare. Malati cronici privati dell’assistenza medica, migliaia di famiglie che non riescono a sfamare i propri figli. Accade in Siria, nella Ghouta orientale, a pochi chilometri da Damasco.
A cura di Mirko Bellis
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Un bambino cerca qualcosa da mangiare in una discarica nella Ghouta orientale (Abo Ahmad Omar/Damasco Media Center)
Un bambino cerca qualcosa da mangiare in una discarica nella Ghouta orientale (Abo Ahmad Omar/Damasco Media Center)

Circa 400.000 civili – metà dei quali bambini – sono intrappolati nell'area della Ghouta orientale, stretti nell'assedio medioevale imposto dall'esercito fedele a Bashar al Assad. La zona – definita dall'inviato Onu per la Siria, “l’epicentro della sofferenza” – si trova a soli pochi chilometri dal centro di Damasco. “La situazione umanitaria nella Ghouta orientale ha raggiunto un punto critico. Come è accaduto spesso in Siria negli ultimi 6 anni, la gente comune è di nuovo intrappolata in una situazione in cui la vita diventa lentamente impossibile e dove gli alimenti e gli aiuti sono gravemente limitati”, l’allarme lanciato da Robert Mardini, il direttore per il Medio Oriente del Comitato internazionale della Croce rossa.

“I combattimenti, il divieto all'accesso delle organizzazioni umanitarie e i rincari dei beni alimentari – denuncia Unicef – stanno aggravando la grave malnutrizione infantile in quest’area della regione rurale di Damasco”. L’assenza di cibo ha provocato che più di un terzo dei bambini soffra di rallentamenti nella crescita, condizione che aumenta i rischi di ritardi nello sviluppo, di contrarre malattie e di morire. Madri di bambini sotto i 2 anni che hanno ridotto o interrotto l’allattamento al seno a causa della loro scarsa nutrizione e del clima di costante violenza. I tassi di malnutrizione acuta sono particolarmente elevati tra i bambini più piccoli. Secondo un'indagine condotta dall'Unicef a inizio novembre, in 27 località della zona, oltre l’11% dei bambini sotto i 5 anni soffrono di malnutrizione acuta – il tasso più alto registrato in Siria dall'inizio del conflitto, nel marzo 2011. Un aumento drammatico, se confrontato con i dati di uno studio analogo realizzato a gennaio di quest’anno, dove il tasso di malnutrizione acuta fra i bambini di Ghouta Est era del 2,1%.

L’assedio, però, ha anche un altro effetto: l’aumento dei prezzi dei beni di prima necessità. E per la maggior parte delle famiglie risulta molto difficile alimentare i propri figli. Il prezzo di una porzione minima di pane costa 85 volte di più che a Damasco; una bombola di gas a Ghouta Est si vende oggi a 300 dollari, un prezzo impossibile per molti abitanti dell’area. Il freddo, inoltre, minaccia di peggiorare ulteriormente la situazione:  con quasi nessun carburante disponibile, le persone hanno pochissimo accesso a un adeguato riscaldamento, mettendo ulteriormente a rischio la loro salute.

L’assedio ha permesso in pochissime occasioni a convogli di aiuti di entrare nella zona, limitando drasticamente la distribuzione di supplementi nutrizionali essenziali per i bambini e per le madri che allattano. “Alcune famiglie possono permettersi di mangiare solo un pasto al giorno, una situazione particolarmente triste per le famiglie con bambini. Di conseguenza, la maggior parte delle persone si affida unicamente all'aiuto di organizzazioni umanitarie”, ha aggiunto Mardini. Il 29 novembre scorso, nell'ultimo invio di alimenti e generi di prima necessita agli abitanti della Ghouta orientale, gli operatori sanitari dell'Unicef hanno descritto una delle peggiori situazioni sanitarie mai viste dall'inizio del conflitto in Siria: un ragazzo di due anni era così malnutrito che il suo braccio era grosso come un mignolo.

L’esercito siriano continua a bloccare anche il trasferimento dei malati più gravi. Come diretta conseguenza dell’isolamento, cinque bambini non sono sopravvissuti all'assenza di cure mediche. E anche trentadue pazienti affetti da cancro sono morti nella Ghouta orientale negli ultimi mesi a causa della mancanza di medicine. “I malati cronici – esorta la Croce rossa – non devono essere usati come pedine nelle negoziazioni tra le diverse parti coinvolte nel combattimento”.

“Tutte le parti belligeranti devono raggiungere una soluzione che metta i civili al primo posto e permetta agli aiuti umanitari di raggiungere la popolazione. Nessun obiettivo militare o politico dovrebbe giustificare questa quantità di sofferenza, sia nella Ghouta orientale che altrove in Siria”, ammonisce la Croce rossa internazionale.  “I bambini di Ghouta vivono in condizioni durissime. L’assedio deve essere interrotto per garantire subito l’assistenza di cui hanno bisogno”, afferma Geert Cappelaere, direttore Unicef per il Medio Oriente e il Nord Africa. “Questo ingente incremento nella malnutrizione – conclude Cappelaere – se anche fossero necessarie ulteriori prove, conferma che l’acuirsi delle violenze e l’assedio hanno deteriorato gravemente la salute dei bambini”.

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