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La violenta protesta dei pescatori a Montecitorio: 5 feriti tra i manifestanti (VIDEO)

Bombe carta, tafferugli, e cariche delle forze dell’ordine dinanzi a Montecitorio. Quella che sembrava una manifestazione pacifica è degenerata nel pomeriggio di ieri: cinque feriti tra i pescatori, due dei quali sono finiti in ospedale.
A cura di Susanna Picone
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Protesta dei pescatori davanti a Montecitorio, la polizia risponde con una carica

I pescatori provenienti da tutta Italia protestano contro il caro gasolio che sta mettendo in ginocchio l’intero settore

Bombe carta, tafferugli, e cariche delle forze dell’ordine dinanzi a Montecitorio. Quella che sembrava una manifestazione pacifica è degenerata nel pomeriggio di ieri: cinque feriti tra i pescatori, due dei quali sono finiti in ospedale.

La protesta di ieri dei pescatori dinanzi a Montecitorio a Roma è stata violenta e conta oggi cinque feriti tra i manifestanti rimasti a terra in seguito alle cariche delle forze dell’ordine. Due di loro hanno subito contusioni al volto e alle gambe e sono stati portati in ospedale, altri tre sono stati soccorsi sul posto.

La protesta della categoria dei pescatori contro il caro benzina è iniziata mercoledì mattina e, se all’inizio sembrava tranquilla e ironica, è poi degenerata, come ci mostrano anche le immagini del video segnalato da Calogero Scorsone, un utente di Fanpage, dopo le 16 con lanci di petardi e sedie di plastica verso l’ingresso della Camera. I manifestanti hanno fatto esplodere bombe carta in direzione delle forze dell’ordine che hanno risposto con una carica. Secondo la Questura la tensione sarebbe infatti stata tale da rendere necessario il duro intervento contro i presenti. Da parte loro diversi manifestanti hanno invece lamentato delle violenze gratuite: “Ero in prima fila e sono stato colpito senza ragione da un ispettore, hanno continuato a picchiarmi anche mentre ero a terra”, il racconto di un pescatore napoletano rimasto ferito.

La protesta dei pescatori è resa necessaria come quella dei tassisti che da settimane stanno occupando Roma ed altre città italiane e come anche quella dei tir che continuano a bloccare il Paese: la preoccupazione è quella di non riuscire più a sostenere le spese necessarie per il loro lavoro a causa del caro gasolio e dei vari adempimenti introdotti dal Regolamento comunitario sui controlli, dalla licenza a punti in vigore dal 2012, che comportano oneri per un settore già in crisi da anni.

“Vergogna, assassini”, queste le urla verso la polizia schierata a blindare la piazza e a contenere quella protesta poi degenerata; i pescatori che si nascondono dietro i loro slogan si presentano come dei lavoratori preoccupati per il loro futuro.

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