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I pescatori protestano davanti a Montecitorio: tre feriti dopo gli scontri con la Polizia [VIDEO]

Tensione davanti alla Camera tra le forze dell’ordine ei manifestanti che protestano contro il caro gasolio. Lancio di bombe carta e razzi contro gli agenti che hanno risposto caricando. Tre pescatori feriti.
A cura di Biagio Chiariello
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tensione davanti alla camera tra i manifestanti e le forze dell ordine

Il caro gasolio e le nuove regole imposta dall’Unione Europea, tra la lice cuinza a punti e il giornale di bordo: queste sono le motivazioni che hanno spinto i pescatori a lasciare le loro imbarcazioni ed arrivare a Montecitorio per una protesta che dura da stamattina. Dopo l'esplosione di diverse bombe-carta e il lancio di un razzo di segnalazione, le forze dell'ordine sono intervenute. Individuate i "lanciatori" i reparti di Polizia e Carabinieri hanno caricato i manifestanti, provocando il ferimento di tre pescatori. Due uomini sono stati trasportati in ospedale, mentre il terzo, dopo essere rimasto sdraiato sul lastricato per un quarto d'ora, è stato prelevato da un'ambulanza. I video riprese dalle telecamere saranno analizzati dalla Procura di Roma, dal momento che tra i protestanti c’è chi afferma che i feriti siano stati colpiti a manganellate dagli agenti.

Protesta dei pescatori alla Camera: 3 feriti

Manifestazione a Montecitorio contro il garo-gasolio

Numerosi gli striscioni esibiti ("vi state mangiando anche le nostre barche" e "La Comunità Europea ci affonda"), diverse le bandiere ei cori coi quali i pescatori provano a far sentire la proprio voce. Anche loro come gli autotrasportatori e i tassisti. «Siamo venuti qui ad elemosinare – ha gridato uno dei pescatori – e non a fare queste pagliacciate. Siamo lavoratori e padri di famiglia. Ora voi picchiateci pure ma da qui noi non ci muoviamo».

I motivi della protesta

Una protesta che si avvicina quanto mai a quella dei Tir che continuano a bloccare l'Italia, visto che «Governo ed Europa – hanno spiegato – pretendono l’impossibile, ma non siamo più in grado di andare avanti, di sostenere le spese per mettere a norma le barche in base al Pcp (politica comune della pesca), che dovrebbe garantire il futuro della pesca e invece ci sta stritolando». Un altro ha affermato: «Siamo qui per dire no alla licenza punti che ci vuole imporre la Comunità Europea così come anche il giornale di bordo. Per non parlare poi del caro carburante: così non riusciamo ad andare avanti e c'è il rischio di un blocco totale».

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