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La Grecia è di nuovo in tilt: sciopero di 48 ore contro i tagli del Governo

Parte oggi uno sciopero generale in Grecia contro i nuovi tagli e le misure di austerity approvate dal Governo. La situazione del Paese non è mai stata così grave.
A cura di Susanna Picone
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La Grecia è di nuovo in tilt: sciopero di 48 ore contro i tagli del Governo

La Grecia è ad un passo dal baratro e la consapevolezza non fa altro che aumentare il disagio della popolazione che ormai protesta giorno dopo giorno contro il Governo e le sue misure di austerità. Pochi giorni fa è arrivata la notizia direttamente dalla Capitale che il Paese non raggiungerà l’obiettivo di ridurre il debito pubblico fissato a giugno per il 2011 e concordato con i rappresentanti dell’Unione europea, Banca centrale europea e Fmi già lo scorso anno. La recessione in corso è tale che neanche per il 2012 gli obiettivi potranno essere centrati e secondo alcune stime salvare il Paese costerebbe 220 miliardi di euro.

Conseguenza di tutto ciò è la necessità, da parte del Governo, di continuare a muoversi sulla strada che da mesi ormai fa scendere nelle piazze i cittadini. Una strada che sta portando, in queste ore, il Governo greco ad approvare nuove pesantissime misure di austerità.

Grecia piano per salvarsi

Nelle intenzioni dei due maggiori sindacati del Paese, l’Adedy e il Gsee che rappresentano i dipendenti pubblici e quelli privati, la Grecia si fermerà per due giorni contro appunto l’ultima manovra aggiuntiva varata dal Governo per incassare gli otto miliardi di euro della sesta tranche di aiuti della comunità internazionale, manovra che sarà votata giovedì dal Parlamento.

Lo sciopero di 48 ore paralizza il Paese

A sottolineare la gravità della situazione basta guardare già solo questi numeri: l’odierno è il quinto sciopero generale dall’inizio dell’anno e il secondo di 48 ore dalla fine di giugno.

Le categorie che aderiscono sono moltissime: dai trasporti pubblici alle ferrovie, le metro e i collegamenti marittimi, dai taxi ai servizi aeroportuali. Saranno chiusi i musei e le scuole, i dipendenti pubblici resteranno a casa così come i benzinai, i medici, gli insegnanti, i magistrati, i farmacisti e i dentisti. Gli uffici abbasseranno le serrande, anche alle dogane con il possibile impatto sulla fornitura di cibo e carburante. Chiusi gli alimentari e le panetterie e stop anche all’informazione con lo sciopero dei giornalisti da cui consegue la sospensione dei telegiornali.

Intanto il premier socialista George Papandreou ha assicurato come il Governo stia lottando per salvare il Paese dal default dicendo anche che scioperi e proteste non possono certo aiutare un Paese “tenuto in ostaggio”.

Il premier avrebbe inoltre proposto ad Antonis Samaras, il leader del principale partito dell’opposizione, di accompagnarlo al prossimo vertice europeo a Bruxelles, una proposta che vuole convincere l’opposizione della necessità di un governo di unità nazionale dopo i duri commenti fatti in precedenza dallo stesso Samaras.

La Grecia è ferma per lo sciopero

Il Paese protesta per le misure di austerity varate dal Governo

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