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La Germania non premierà gli agenti che uccisero Amri: “Foto e slogan fascisti sui social”

Non ci sarà alcun riconoscimento dal Governo di Berlino per i due agenti italiani che uccisero l’attentatore di Berlino alle porte di Milano. A determinare la decisione l’appartenenza politica dei due poliziotti, tra saluti fascisti e citazioni mussoliniane.
A cura di Redazione
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Nei giorni scorsi era trapelata la notizia secondo cui il Governo tedesco si sarebbe apprestato a conferire un riconoscimento pubblico a Cristian Movio e Luca Scatà, i due agenti della Polizia che la sera del 23 dicembre avevano ucciso Anis Amri, il ventiquattrenne tunisino accusato di essere l’autore dell’attentato al mercatino di Natale di Berlino, costato la vita a 12 persone. Una verifica effettuata dalla Bild, però, ha permesso di capire come il Governo di Berlino abbia deciso di fare marcia indietro, preoccupato dalle possibili conseguenze “politiche” derivanti dall’assegnazione del premio ai due poliziotti italiani. Gli agenti, che avevano ricevuto i ringraziamenti da parte della stessa cancelliera Angela Merkel, dunque, non avranno un riconoscimento pubblico da parte del Governo tedesco.

A quanto pare, infatti, l’ipotesi sarebbe stata considerata ma subito dopo accantonata, in relazione alle polemiche sull’orientamento politico di Scatà e Movio. Stando a quanto registrato dalla Bild, che cita due ministri senza specificarne l’identità, i tedeschi hanno considerato inopportuno assegnare un premio ai poliziotti, in ragione dei chiari riferimenti e dei richiami fascisti presenti sui loro social network. Come noto, già c’erano state furiose polemiche anche in Italia, a causa di alcune frasi e fotografie pubblicate dai due agenti. Scatà, l’agente che materialmente ha ucciso Amri, si era fatto immortalare mentre effettuava il saluto romano, postando lo scatto sul suo profilo Instagram e, in precedenza, aveva più volte rivendicato di guardare con ammirazione alla figura di Benito Mussolini. Movio, l'agente ferito nello scontro a fuoco con il tunisino, invece, si era “segnalato” per una serie di post offensivi e razzisti nei confronti dei migranti, pubblicati sul suo profilo Facebook.

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