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La Banca centrale europea taglia i tassi d’interesse: è la seconda volta in poco più di un mese

Tagli dei tassi d’interesse e aiuti alle banche: è questa la risposta dell’Eurotower alla crisi di liquidità che attanaglia gli istituti di credito dell’Eurozona. Draghi sulla manovra italiana: “Rafforzerà la fiducia dei mercati”.
A cura di Alfonso Biondi
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Il Presidente della Bce

La Banca centrale europea ha tagliato tutti i tassi d'intesse dello 0,25%. Nello specifico il tasso di rifinanziamento è sceso dall'1,25% all'1%, facendo segnare il minimo storico dall'introduzione della moneta unica. Una mossa che i mercati si aspettavano e che l'Eurotower ha deciso di fare per tendere una mano al sistema bancario, messo in forte imbarazzo dalla crisi dei debiti sovrani dell'Eurozona e dalla mancanza di liquidità. E' la seconda volta che Mario Draghi taglia i tassi in poco più di un mese: era già accaduto lo scorso 3 novembre e anche in quel caso il taglio fu di un quarto di punto.

Ma le novità non finiscono qui. Al fine di garantire l'accesso alla liquidità alle banche,  l'Eurotower ha deciso di lanciare due rifinanziamenti straordinari alle della durata di 36 mesi; i criteri sul collaterale sono stati poi modellati per risultare più favorevoli agli istituti di credito: nello specifico è stato deciso di ampliare la gamma dei titoli che le banche possono fornire come garanzia in cambio di liquidità (il cosiddetto "collaterale"),

Durante la conferenza stampa a Francoforte, Mario Draghi ha indicato il risanamento di bilancio come un elemento chiave per riportare la stabilità sui mercati  finanziari. Un accenno anche alla manovra da 30 miliardi di euro varata dal governo Monti: "Rafforzerà la fiducia dei mercati nell'Italia" ha dichiarato l'ex governatore di Bankitalia.

I provvedimenti della Bce non sembrano però aver sortito effetti immediati. L'andamento delle principali piazze del Vecchio Continente resta abbastanza incerto: Parigi perde lo 0,14%, Madrid lo 0,1%, Amsterdam lo 0,08%. Piazza Affari brucia lo 0,8%. Lo spread, poi, torna nuovamente sopra i 400 punti, a quota 402, col tasso di rendimento sul decennale ora al 6,1%. Il differenziale tra i titoli di Stato tedeschi e quelli francesi è a 117 punti; a 349, invece, quello tra Bund e Bonos spagnoli.

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