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L’ultima idea del ministro Profumo: bambini a scuola a 5 anni

Dopo la promessa di un pc in ogni classe il ministro dell’Istruzione prova anche a “ridisegnare l’amministrazione di tutta la scuola”. L’ultima proposta per allineare l’Italia con l’Europa è quella di anticipare le elementari di un anno.
A cura di Susanna Picone
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Dopo la promessa di un pc in ogni classe il ministro dell’Istruzione prova anche a “ridisegnare l’amministrazione di tutta la scuola”. L’ultima proposta per allineare l’Italia con l’Europa è quella di anticipare le elementari di un anno.

L’anno scolastico 2012-2013 è ormai iniziato con il ministro dell’Istruzione Francesco Profumo che, in questi ultimi giorni (e non senza polemiche), sta facendo parlare di sé e delle sue idee per la futura scuola italiana. Una “rivoluzione” della scuola che è partita con la regolamentazione del nuovo concorso per gli insegnanti, per poi passare alla “svolta digitale”, con Profumo che ha promesso pc in ogni classe e tablet per ogni docente del sud (scatenando anche le critiche razziste della Lega), e giungere oggi alla nuova proposta di anticipare di un anno l’inizio delle scuole elementari. Bambini, insomma, a scuola un anno prima, non più a 6 anni ma a 5. Quest’ultima è un’idea che allineerebbe, secondo il ministro, l’Italia con l’Europa. A Radio Capital Profumo ha spiegato le ragioni della loro proposta che porterebbe i ragazzi al diploma già al compimento della maggiore età:

È per creare la scuola del futuro che sia allineata alle direttive europee e alle migliori pratiche europee. Ci stiamo lavorando, non siamo ancora arrivati alla conclusione definitiva, e questa dell’anticipo dell’ingresso a scuola deve essere un’opzione. L’obiettivo, al contrario di quanto denunciano i sindacati, non è di tagliare ma di creare un sistema formativo migliore per avere cittadine e cittadini più robusti in grado di competere in un mercato del lavoro sempre più europeo.

Gli altri temi caldi relativi all’universo scuola – Francesco Profumo, inoltre, a Radio Capital ha toccato anche altri temi “caldi” relativi all’universo scuola: dal problema dei precari, che dovrebbe essere risolto con i concorsi, a quello delle cattedre vacanti, per il quale qualcosa “è stato fatto con l’immissione in ruolo di 22mila docenti”. Il ministro è tornato sul progetto della “scuola 2.0” specificando i fondi a disposizione e ha anche dato un consiglio a tutti gli studenti: quello di andare a scuola a piedi o utilizzando i mezzi pubblici, “un modo civile per muoversi in città”, laddove è possibile.

Ma cosa ne pensano gli studenti della scuola a 5 anni? – Sull’idea di portare i bambini a scuola a 5 anni vi era stata qualche indiscrezione già prima della conferma odierna del ministro, indiscrezione che ha spinto il portale Skuola.net a svolgere un sondaggio tra i propri utenti per capire cosa pensano i diretti interessati dell’ultima proposta del ministro. Oltre il 49% degli studenti avrebbe accolto positivamente la notizia di una eventuale riforma: sono in tanti, infatti, quelli convinti che conquistare il diploma a 18 anni possa essere utile per avere maggiore competitività sul mercato del lavoro. Ma ci sono anche i docenti che invece frenano: la maggior parte degli studenti a 5 anni non è pronto a iniziare la fase della cultura.

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