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Dieta mediterranea insegnata a scuola: la proposta del ministro della Salute Schillaci

Il ministro della Salute Schillaci vuole che la dieta mediterranea venga insegnata a scuola, e propone “un’ora dedicata all’educazione sui corretti stili di vita, come lo era l’ora di educazione civica”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Il ministro della Salute Orazio Schillaci vorrebbe che la dieta mediterranea e le corrette abitudini alimentari venissero insegnate a scuola, come prevenzione contro l'obesità o altri disturbi.

"Si parte dai più piccoli, sin dalla prima elementare, per insegnargli quali sono gli stili di vita corretti da seguire, come le abitudini alimentari o quelle motorie. Proprio per questo abbiamo aperto un tavolo di discussione con i ministri Valditara, Lollobrigida e Abodi, per portare a scuola un'ora dedicata all'educazione sui corretti stili di vita, come lo era l'ora di educazione civica. Credo sia fondamentale perché insegna ai cittadini di domani il concetto di prevenzione. Ed è un investimento che aiuta nel progetto più ampio di cambiare il paradigma, perché oggi solo il 5% del Fondo sanitario nazionale viene destinato alla prevenzione, e per di più alcune Regioni neppure lo spendono. Bisogna cambiare, perché investire in prevenzione significa anche avere un Sistema sanitario sostenibile", ha detto in un'intervista al Messaggero.

"È un paradosso anche solo pensare che la dieta mediterranea – che io definisco "italiana" – sia lodata da tutto il mondo scientifico e poi, proprio dov'è nata e soprattutto tra le giovani generazioni , sia poco seguita. Credo sia importante quindi impegnarci per far capire ai più giovani quali sono i corretti stili di vita e di alimentazione", ha detto Schillaci, commentando un dato allarmante: solo il 5% degli italiani segue la dieta mediterranea.

Come si riducono le liste d'attesa: il piano di Schillaci

Un passaggio dell'intervista è dedicata anche al problema delle liste d'attesa. Su questo il ministro ha ribadito il suo impegno per ridurle: "Sono un problema annoso per la nostra sanità ma non possiamo più permettere che quando un cittadino chiede una prestazione gli venga detto che la lista d’attesa è chiusa o che se ne riparla tra molti mesi. È illegittimo e ingiusto. E quindi lavoriamo per far sì che le liste di attesa di pubblico e privato convenzionato vengano messe insieme, perché così ci sono più possibilità per i cittadini".

"Poi – ha aggiunto – per rendere sostenibile il sistema, bisogna rivalutare l'appropriatezza degli esami: spesso ne vengono richiesti di inutili perché i medici sono vessati da cause di negligenza. Nel 2024 abbiamo esteso lo scudo penale, ma le anticipo che interverremo ancora. Così come interverremo in maniera strutturale per abolire il tetto di spesa per le assunzioni. Sono oltre 15 anni che c'è questo vincolo e vedrà che riusciremo a toglierlo. In questo modo le regioni potranno assumere di più e far entrare più giovani nel mondo del lavoro sanitario, impattando anche sulle liste d'attesa".

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