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Kamikaze Isis in Siria: oltre 100 morti. La folla cattura tre attentatori: lapidati e impiccati

Una serie di attacchi suicidi ha sconvolto questa mattina Sweida, città vicina alla frontiera con la Giordania. Almeno tre kamikaze dell’Isis si sono fatti esplodere in un mercato ortofrutticolo e in una piazza provocando una carneficina. Uno dei terroristi è stato catturato vivo e impiccato con altri due degli attentatori alle porte dell’ospedale della città. Il bilancio è di oltre 100 morti, tra cui nove donne e un bambino.
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A cura di Mirko Bellis
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Il mercato ortofrutticolo luogo di uno degli attentati suicidi dell'Isis e a destra i tre terroristi impiccati davanti all'ospedale di Sweida
Il mercato ortofrutticolo luogo di uno degli attentati suicidi dell'Isis e a destra i tre terroristi impiccati davanti all'ospedale di Sweida

Tre miliziani dell’Isis che questa mattina hanno attaccato Sweida, nel sud della Siria, sono stati impiccati dalla folla inferocita davanti all'ospedale della città. E’ la macabra risposta alla serie di attentati ad opera di un commando di terroristi suicidi che hanno preso di mira la città vicina al confine con la Giordania. Secondo quanto riporta l’Osservatorio siriano per i diritti umani, negli attacchi terroristici sono morte oltre 100 persone, tra cui nove donne e un bambino. I feriti sarebbero decine così come le persone che al momento risultano disperse e il numero delle vittime è destinato a salire.

Poco dopo le cinque di questa mattina, almeno tre kamikaze hanno compiuto un massacro in un mercato ortofrutticolo e in una piazza della città. “Tre attentatori con cinture esplosive hanno preso di mira la città di Sweida; altre esplosioni hanno colpito i villaggi a nord e ad est”, ha affermato Rami Abdel Rahman, a capo dell'Osservatorio con sede in Gran Bretagna. Per l’agenzia statale di notizie Sana, invece, a compiere la carneficina sarebbe stato un uomo solo mentre gli altri due attentatori sarebbero stati uccisi dalle forze di sicurezza prima di farsi saltare in aria nei villaggi di al-Matouneh, a nord di Sweida, e a Douma, Tima ed al-Shabaki, a nord-est della città.

Si è trattato di un attacco coordinato portato a termine da diversi terroristi suicidi. Secondo le prime ricostruzioni, l'attentatore era a bordo di una moto e si è fatto esplodere nel mezzo della piazza dove in quel momento si trovavano i commercianti che stavano preparando i banchi del mercato ortofrutticolo. Veicoli danneggiati, i resti di un carretto di frutta e chiazze di sangue, sono le prime desolanti immagini dopo l’attentato.

Alcune fonti locali hanno affermato che un secondo assalitore ha colpito in un altro punto affollato della città, mentre due kamikaze si sono fatti saltare in aria prima di essere catturati dalle forze di sicurezza. Oltre ai civili uccisi, la maggior parte delle vittime sono militari dell’esercito e miliziani loro alleati. Tra gli obiettivi anche l'ospedale di Sweida dove un attentatore dell’Isis è stato preso vivo e lapidato dalla folla prima di essere impiccato assieme ad altri due terroristi davanti alla struttura sanitaria.

L'Isis ha rivendicato il massacro nella provincia di Sweida affermando di aver ucciso oltre 170 persone e di aver provocato il ferimento di altre 200

L’attacco a Sweida è uno dei peggiori degli ultimi mesi e il più mortifero mai realizzato in questa provincia a sud-ovest della Siria, risparmiata finora dai tragici eventi che dal 2011 insanguinano il Paese mediorientale. Gli attentati dell’Isis sono anche la dimostrazione che gli estremisti del sedicente Califfato, nonostante le numerose sconfitte, rappresentano ancora una seria minaccia. I jihadisti hanno perso quasi ovunque terreno ma rimangono attivi in diverse sacche nel sud e a est della Siria. Soprattutto nella provincia meridionale di Daraa – quasi interamente riconquistata dall'esercito di Bashar al Assad – è presente la formazione jihadista Jaish Khaled bin al- Walid, affiliata all'Isis. Il gruppo, che può contare su circa un migliaio di combattenti, è stato oggetto di un'intensa campagna di bombardamenti da parte di jet russi e siriani negli ultimi giorni. Le truppe di Damasco hanno ormai riconquistato quasi il 90% del sud della Siria e la settima scorsa è stato siglato un accordo tra le forze ribelli e il governo siriano per permettere ai civili di abbandonare la zona verso la provincia settentrionale di Idlib.

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