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Italia invasa dagli immigrati? No, per l’Ocse c’è stato un calo del 19%…

Secondo l’Ocse tra il 2011 e il 2012 c’è stato un netto calo di immigrati permanenti nel nostro paese.
A cura di Davide Falcioni
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Italia invasa dagli immigrati? No, e a dirlo ancora una volta sono i numeri. Nel 2013 il flusso migratorio è aumentato dell'1,1% nell'area Ocse, mentre tra il 2007 e il 2012 – ovvero nel periodo più intenso di crisi economica – vi è stata una netta diminuzione, pari al 15%. In questo quadro un ruolo fondamentale è stato giocato dall'Italia, dove il numero di nuovi immigrati permanenti è passato da 572mila a 258mila, con una flessione del 19% tra 2012 e 2011 e del 55% tra 2012 e 2007. Insomma, chi parla di un paese letteralmente invaso non fa che diffondere una bufala. nella classifica dei paesi dell'area Ocse a maggior immigrazione l'Italia è passata dal terzo posto, dopo USA e Spagna, al quinto. Davanti a noi Stati Uniti (oltre un milione), Germania (400mila), Gran Bretagna (286mila) e Francia (259mila). Smentito così anche il collegamento tra aggravamento della condizione economica e arrivo di immigrati: i Germania, dove l'economia gode ancora di buona salute, è stato registrato un aumento dei flussi del 38% tra 2012 e 2011 e del 72% tra 2012 e 2007.

A fine 2012, secondo il dossier dell'Ocse, in Italia erano presenti 4,4 milioni di immigrati permanenti, ovvero il 7,4% della popolazione e il 10% di quella attiva. Novecentocinquantuno mila immigrati sono di provenienza rumena; gli albanesi sono 437mila, i marocchini 412mila e i cinesi 213mila: questi ultimi – in particolare – sono in forte aumento (al secondo posto negli ingressi del 2012). Cinquantotto immigrati su cento hanno un lavoro stabile, anche se secondo l'Ocse nel nostro paese esistono fattori critici: la popolazione immigrata presente in Italia ha infatti il più basso livello di istruzione. Ciò ha innescato una decisa polarizzazione del mercato del lavoro tra occupazioni a prevalenza di stranieri (mal pagate e con scarse prospettive di carriera) e altre dominate dagli italiani. Per questa ragione sarebbero necessarie politiche più attente alla formazione: "I numeri – spiega Stefano Scarpetta, responsabile Ocse per il mercato del lavoro – dimostrano quanto l'Italia sia poco attrattiva per lavoratori stranieri a qualificazione medio-alta. Bisogna rapidamente avviare politiche di correzione. Così come bisogna rendere il Paese più attrattivo per i nostri giovani ad alta professionalità, che rappresentano la gran parte dei 100mila italiani che emigrano e spesso non hanno alcuna ragione per rientrare".

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