Titan, scoperta la falla che ha causato l’implosione del sommergibile: “Non è stato un semplice incidente”

Non è stato un incidente imprevedibile ma un difetto di progettazione a far implodere il Titan. È quanto emerge dal rapporto finale pubblicato il 15 ottobre dal National Transportation Safety Board (NTSB), l’agenzia statunitense per la sicurezza dei trasporti. Secondo il documento, "uno scafo in fibra di carbonio presentava numerose anomalie e non soddisfaceva i requisiti necessari di resistenza e durata", per affrontare le pressioni estreme dell’oceano profondo. Il rapporto sottolinea inoltre che la società proprietaria, OceanGate, non aveva effettuato i test adeguati.
Il 18 giungo del 2023 il Titan è imploso nell’Oceano Atlantico mentre cercava di raggiungere il relitto del Titanic, fermo sul fondale a 3.810 metri di profondità. Le cinque persone a bordo sono morte. Da quel momento sono iniziate le indagini per capire cosa ha causato l’incidente. L'ultimo rapporto del NTSB coincide con le analisi fatte della Guardia Costiera americana ad agosto. Nel documento pubblicato in seguito alle indagini, infatti, aveva definito l’implosione del Titan una “tragedia prevenibile”, causata da procedure “difettose” e di “evidenti discrepanze” tra i protocolli di sicurezza dichiarati e le pratiche adottate dall’azienda.
Il rapporto dell'NTSG: cosa ha causato l'implosione del Titan
Nel suo rapporto, il National Transportation Safety Board (NTSB) non si limita a evidenziare i difetti tecnici del sommergibile: punta il dito anche contro la cultura aziendale di OceanGate, definita “gravemente carente in materia di sicurezza”.
Un ex tecnico dell’azienda ha raccontato di aver avvertito più volte la direzione sui rischi legati alla mancanza di certificazioni e sulle possibili conseguenze delle violazioni. Le sue segnalazioni, però, erano state ignorate. Secondo la testimonianza citata nel rapporto, il fondatore e CEO Stockton Rush avrebbe risposto con una battuta: "Se la Guardia Costiera diventa un problema, comprerò un deputato per farla sparire”.
Il NTSB ha criticato anche la gestione dell’emergenza dopo l'interruzione delle comunicazioni con il Titan. OceanGate, secondo gli investigatori, non ha seguito le procedure standard di allarme e soccorso, rallentando l’individuazione del relitto e facendo perdere tempo e risorse preziose. Gli esperti sottolineano tuttavia che, anche con una risposta più tempestiva, nessuno dei cinque a bordo avrebbe potuto sopravvivere in seguito all'implosione. Dopo l'incidente, OceanGate ha sospeso tutte le operazioni e, ad agosto 2023, ha avviato la chiusura della società.
Esplorazioni in profondità: errori, lacune e standard da definire
Gli investigatori descrivono una catena di errori e leggerezze che, insieme a scelte aziendali azzardate, hanno portato all’implosione del Titan. Secondo il rapporto, OceanGate ha operato in un vuoto normativo, sfruttando l’assenza di regole chiare per i sommergibili privati destinati a trasportare persone a grandi profondità.
La tragedia del Titan ha aperto un ampio dibattito sul mondo delle spedizioni private, un settore in rapida espansione ma privo di una regolamentazione adeguata. E infatti, il NTSB ha raccomandato alla Guardia Costiera di creare un comitato di esperti per studiare le tecnologie subacquee ed elaborare nuove norme per i veicoli costruiti per raggiungere le profondità oceaniche. L’obiettivo è fissare standard tecnici condivisi — dai materiali di costruzione ai test di resistenza, fino ai protocolli di emergenza — oggi lasciati quasi interamente alla discrezione delle aziende. Il rapporto invita infine a diffondere i risultati dell'analisi, per evitare che simili tragedie si ripetano.