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Perché dopo il caso CiccioGamer89 è il momento di mettere in regola gli youtuber (e gli altri creator)

La posizione fiscale di Mirko “CiccioGamer89” Alessandrini deve ancora essere chiarita dalla Procura di Roma. Intanto il suo caso potrebbe essere un punto di partenza per inquadrare a livello fiscale una serie di professioni legate al mondo digitale che ormai fanno parte del nostro sistema economico.
A cura di Valerio Berra
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Un milione di euro non dichiarati al fisco, 400.000 euro di imposte dirette e 160.000 mila euro di Iva non versata. I numeri che sono stati diffusi dalla Guardia di Finanza sono attribuiti a Mirko Alessandrini, meglio conosciuto come CiccioGamer89. È uno dei creator più noti in Italia, ha 3,5 milioni di iscritti al suo canale YouTube e 1,6 milioni di follower su Instagram. I suoi contenuti più noti sono i videogiochi, Fortnite prima di tutti.

Lui si è difeso subito, in una serie di storie Instagram ha dichiarato: “Ho sempre pagato tutto quello che dovevo”. Ma il suo caso apre un tema molto più grande. YouTube è nata nel 2005, verso la fine degli Anni Zero è diventata una piattaforma affermata anche in Italia e per tutti gli anni dieci è stata un punto di riferimento per milioni di adolescenti, grazie prima di tutto ai creator che qui hanno trovato uno spazio per pubblicare contenuti senza bisogno di intermediari.

In tutto questo non è mai stato avviato un programma per riconoscere la professione di youtuber nel sistema del fisco italiano. Non c’è un codice Ateco, non è chiaro come debbano essere dichiarati i soldi guadagnati (non esattamente pochi) e quale sia il regime fiscale di riferimento. E questo discorso vale per qualsiasi piattaforma, da Instagram a TikTok.

Cosa succede adesso?

Chiariamoci. Al momento la posizione di Mirko Alessandrini non è ancora stata definita. CiccioGamer89 è stato denunciato dalla Guardia di Finanza alla Procura della Repubblica di Roma per omessa dichiarazione dei redditi e dell’Iva. Una denuncia arrivata, come hanno spiegato fonti delle Fiamme Gialle a Fanpage.it dopo un "lavoro di elaborazione e di approfondimenti svolti dal Nucleo speciale Entrate della Guardia di Finanza”. Vedrà ora la Procura se confermare le accuse, anche se qualcosa si starebbe già muovendo. Sempre la Guardia di Finanza ha detto a Fanpage.it: “Il soggetto in questione ha iniziato a ottemperare agli obblighi dichiarativi dopo il nostro intervento e ha iniziato a fare i versamenti ma ci vorrà un po' di tempo”.

Come guadagna CiccioGamer89

I guadagni di uno youtuber, come di qualsiasi creator, non arrivano da un’unica fonte. La prima voce tra le entrate è quella dei guadagni che arrivano direttamente dalla piattaforma su cui si caricano i contenuti. YouTube paga loro una (piccola) parte degli introiti fatti grazie agli spazi pubblicitari che vengono messi nei loro video. Si tratta delle clip, sempre più frequenti, che interrompono la riproduzione dei contenuti o dei banner che compaiono mentre il video scorre.

Le altre fonti, almeno per YouTube, sono le donazioni in live e gli abbonamenti. Gli youtuber possono trasmettere contenuti in diretta e qui i fan possono inviare donazioni, oppure possono aprire la possibilità per i loro utenti di pagare una sottoscrizione al canale con cui avere l’accesso a contenuti dedicati agli abbonati. Una volta superato un credito di 100 dollari, YouTube comincia a pagare con assegni mensili.

Oltre a queste entrate poi ci sono tutti i contratti di sponsorizzazione che i creator riescono a firmare con i brand interessati ad averli come sponsor. E qui c’è di tutto, dai vestiti ai videogiochi, passando per musica e film. Recentemente CiccioGamer89 aveva anche sponsorizzato una linea di preservativi con Durex. E poi ancora ci sono i guadagni derivati da eventi, libri, film o merchandise.

Mirko "CiccioGamer89" Aessandrini nel corso degli anni è stato particolarmente prolifico in questa parte di business. Dai suoi store online ha messo in vendita magliette, diari per la scuola, grembiuli da cucina, biografie, manuali di cucina e manuali per videogiochi.

Stefano "St3pny" Lepri, il primo youtuber ad aver avuto problemi con il fisco

CiccioGamer89 non è il solo youtuber che ha avuto problemi con il fisco. Nel febbraio del 2021 Stefano “St3pny” Lepri è stato condannato a 8 mesi di reclusione per aver evaso 76.000 euro di Iva. L’evasione risaliva al 2017, quando lo youtuber non averebbe dichiarato i suoi redditti (ammontavano a 334.000 euro). Una condanna che Lepri aveva commentato così: «In questi anni lo Stato non è mai riuscito a fare chiarezza sul nostro lavoro, potevano usare me come qualsiasi altro per portare alla luce che per loro è giustizia. Mi sento piccolo di fronte a tutti gli insulti che ricevo in questo momento ma sono anche uno di quei giovani che dal lontano 2012 ha creduto in se stesso e ha lavorato quotidianamente per creare qualcosa di nuovo».

Il lavoro di creator non è ancora riconosciuto in Italia

In questo momento in Italia non esiste un codice Ateco per i creator, di qualsiasi piattaforma. Per chi non è pratico del gergo economico, il codice Ateco e quello che definisce un'attività e quindi per il sistema economico italiano è come se la professione di creator non esistesse. In compenso ne abbiamo per "Attività di organizzazioni patriottiche e associazioni combattentistiche”, “Produzione di margarina e di grassi commestibili simili” o “Produzione di sidro e di altri vini a base di frutta”. Tutte attività che probabilmente hanno un giro d’affari leggermente più piccolo rispetto a quello generato dai creator che lavorano con le piattaforme digitali.

Jacopo Ierussi e Valentina Salonia sono due avvocati giuslavoristi che hanno fondato il primo organo di rappresentanza in Italia dedicato agli influencer. Si chiama Assoinfluencer e come hanno detto a Fanpage.it il loro primo obiettivo è quello di ottenere un codice Ateco per i creator digitali, così da regolarizzarli anche per il fisco: “Prima di tutto avere un codice che definisce a livello burocratico queste professioni ci permetterà di capire le dimensioni del mercato in Italia. Non solo. È utile anche per dare ai creator degli ammortizzatori sociali in caso di bisogno oppure delle agevolazioni fiscali per chi vuole cominciare questa attività”.

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