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La nostra prova di Wild Hearts: siamo andati a caccia di mostri nel Giappone feudale

Wild Hearts è ambientato ad Azuma, regione ispirata ai paesaggi nipponici, in cui i Kemono, animali una volta pacifici e in totale sinergia con la natura, hanno iniziato a devastare villaggi e campagne.
A cura di Lorena Rao
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Quando si parla di andare a caccia di mostri nei videogiochi, non può che venire in mente Monster Hunter, la storica serie di Capcom. Eppure il suo dominio sembra essere messo in discussione da Wild Hearts, videogioco nato dalla collaborazione tra Electronic Arts e Omega Force di Koei Tecmo, team giapponese noto per la serie Warriors. Il titolo, in uscita il prossimo 17 febbraio su PlayStation 5, Xbox Series X|S e PC, intende offrire una valida esperienza di caccia all'interno di un affascinante mondo fantasy ispirato al Giappone feudale.

Il pericoloso mondo di Wild Hearts: Azuma

Questo mondo prende il nome di Azuma, regione ispirata ai paesaggi nipponici, in cui i Kemono, animali una volta pacifici e in totale sinergia con la natura, hanno iniziato a devastare villaggi e campagne, se non alterare interi ecosistemi. Le uniche persone in grado di porre fine a questo pericoloso squilibrio sono i cacciatori. Non solo sono particolarmente abili nel combattimento, ma hanno un potere magico che permette loro di costruire i Karakuri, particolari marchingegni di legno in grado di influenzare gli scontri a proprio favore.

WILD HEARTS | L'uso dei Karakuri contro i Kemono
WILD HEARTS | L'uso dei Karakuri contro i Kemono

Una meccanica che per certi versi potrebbe ricordare Fortnite, il battle royale che unisce scontri con visuale in terza persona a elementi di crafting, ossia creazioni, quali rampe o muri, da usare a proprio vantaggio in combattimento. È proprio in questo aspetto che Wild Hearts si contraddistingue dagli altri titoli à la Monster Hunter. A questo si affianca un combat system ben stratificato, con attacchi leggeri, pesanti e speciali da unire in combo spettacolari, e un'ampia componente esplorativa.

Il mondo di Azuma è molto variegato nei colori, flora e fauna. Non si tratta di meri dettagli estetici: l'ecosistema della regione è centrale per i nostri cacciatori per ottenere risorse che permettano di migliorare gli accampamenti, potenziare l'equipaggiamento e, soprattutto, sbloccare e costruire quando è necessario nuove tipologie di Karakuri. Un vero e proprio concerto di meccaniche, ben approfondite, che rende Wild Hearts un titolo con tante cose da fare, tutte per lo più personalizzabili. A partire dal cacciatore o cacciatrice protagonista, passando per le armi (suddivisibili in otto tipologie), fino ad arrivare alle costruzioni.

WILD HEARTS | Uno scorcio di Azuma
WILD HEARTS | Uno scorcio di Azuma

Le libertà d'approccio nei diversi aspetti del gioco rendono interessante e coinvolgente il viaggio all'interno delle lande di Azuma, in cui incontrare personaggi secondari che si riveleranno cruciali per il prosieguo del viaggio. Tra loro vi è Natsume, dolce fanciulla che migliorerà le armi da battaglia con la sua fucina. Lei sarà solo la prima dei diversi personaggi con cui poter interagire all'interno di Wild Hearts, per un'idea di racconto corale che non vede al centro i soli cacciatori. Del resto, è l'intera popolazione di Azuma a soffrire dello stravolgimento che ha colpito i Kemono. Il tutto è reso godibile da un buon doppiaggio italiano, che permette di immergersi con maggiore trasporto all'interno delle dinamiche della regione, davvero variegata nei suoi ecosistemi.

WILD HEARTS | Alcuni personaggi secondari
WILD HEARTS | Alcuni personaggi secondari

Occhio solo a non farsi ingannare dalla simpatia dei dialoghi o dalle estetiche fiabesche del gioco: Wild Hearts è un titolo che richiede impegno e dedizione, sia nella raccolta di materiali sia specialmente nella lotta contro gli animali, il cui design è maestoso. Dietro la bellezza ferina dei Kemono, si nascondono nemici ostici, che necessitano di studio e strategia, alternando attacchi e costruzioni, a seconda delle situazioni. I Kemono saranno in grado di alterare il terreno circostante, in modo tale da tenere sempre allerta la nostra guardia e i nostri riflessi. Ciò che bisogna assolutamente evitare è ritrovarsi all'improvviso senza acqua curativa, cibo potenziante e fili Karakuri, perché vuol dire morte certa.

Insieme è meglio: il multiplayer di Wild Hearts

Niente paura però, perché Wild Hearts supporta una modalità cooperativa multigiocatore. In questo modo si potranno invitare due amici cacciatori per concludere le quest e sconfiggere quel Kemono che tanto ci ha fatto patire. Di seguito un elenco che aiuta a capire come funziona il multiplayer del gioco:

  • Fuochi: riposare presso un falò dell'accampamento permette di interagire con un menu che permette di avviare sessioni multiplayer con altri utenti.
  • Porta dei Cacciatori: questi portali luminosi sono un altro modo per connettersi con gli altri giocatori. Nello specifico, questi portali mostrano cinque missioni attualmente attive in trovare altri compagni.
  • Richiedi assistenza: selezionando una caccia o una missione dal file map dà la possibilità di richiedere assistenza.
    Gli altri giocatori online possono quindi rispondere alla chiamata e unirsi al caccia

Tutto questo è possibile senza il vincolo della piattaforma, dato che Wild Hearts supporta il crossplay, di conseguenza è possibile dare inizio a sessioni con più utenti a prescindere se giocano su PlayStation 5, Xbox Series X|S o PC. Le possibilità sono dunque diverse. Spetta solo a voi decidere se vivere tutto questo in compagnia o in solitudine.

WILD HEARTS | Una schermata di gioco in multiplayer
WILD HEARTS | Una schermata di gioco in multiplayer

In generale Wild Hearts è un titolo che tecnicamente non fa urlare al miracolo, ma al livello di contenuti si rivela un gioco con un buon grado di sfida all'interno di un mondo ben caratterizzato con tante cose da fare per la crescita del nostro cacciatore. Un titolo con una sua essenza, che guarda ad altri titoli, anche all'apparenza lontani, per mettere sul piatto diverse meccaniche interessanti e dare origine a un'esperienza ricca e appagante.

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