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iPhone si ricorderà di tutte le parole degli utenti, comprese le parolacce

Gli utenti anglofoni di Apple spesso si sono trovati davanti al problema del “Ducking”: ogni volta che scrivevano “Fucking” sulla loro tastiera, il correttore automatico censurava la parolaccia.
A cura di Valerio Berra
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Il dispositivo principale lanciato da Apple durante l’ultima Worldwide Developers Conference (WWDC) non è per tutti. Il Vision Pro è un visore che avrà un prezzo di lancio attorno ai 3.499 dollari. Una fascia che lo colloca tra i prodotti più costosi di Cupertino, insieme ai Mac Pro e ai MacBook con le caratteristiche più avanzate. Sul palco però sono arrivati anche annunci più economici: prima di tutto il nuovo sistema operativo dedicato agli iPhone: iOS 17. iOS 17 sarà disponibile nelle prossime settimane in versione Beta, anche per gli utenti. Tra le nuove funzioni ci sarà anche un correttore automatico per i testi scritti dagli utenti. Craig Federighi, responsabile della sezione software di Apple, ha spiegato che il nuovo correttore si ricorda meglio le parole degli utenti e soprattutto concede all’utente di usare qualche parola tradizionalmente non concessa dal galateo di Cupertino.

Il problema del “ducking”

Le riviste dedicate alla tecnologia in lingua inglese sono in festa. Uno dei problemi principali del vecchio traduttore automatico di Apple riguardava i una delle parolacce più usate: “Fucking”. In italiano non c’è niente che abbia la stessa versatilità del Fuck inglese che in decine di varianti riesce a coprire un discreto numero di insulti, riferimenti sessuali e spazi semantici di vario genere. Il pudico correttore automatico di Apple tendeva a modificare questa parole trasformandola in "Ducking", qualcosa di simile a “schivare”. Bisogna forzare il risultato della tastiera per riuscire a vedere una buona parolaccia in una conversazione. Ora, come conferma Federighi, gli iPhone cominceranno a ricordare le parole più usate dagli utenti, senza discriminazioni. ”In quei momenti in cui vuoi solo digitare una “ducking word”, beh, anche la tastiera lo imparerà.

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