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A Sanremo i carabinieri schierano anche un cane-robot: cosa può fare Saetta

Saetta è il primo cane-robot adottato dai carabinieri. Si muove su quattro zampe e ha un braccio robotico che può essere usato per maneggiare oggetti esplosivi o comunque pericolosi. Non lavora da solo: deve essere azionato da un’operatore posizionato ad almeno 150 metri di distanza.
A cura di Valerio Berra
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I cantanti in gara sono arrivati in questi giorni. Amadeus ha già organizzato la prima conferenza stampa. Insomma. Il Festival di Sanremo sta ufficialmente per cominciare. In questi giorni però i curiosi che passando davanti all’Ariston per vedere il teatro prima del grande evento hanno trovato comunque qualcosa fotografare. I carabinieri hanno fatto sfilare il primo cane-robot arruolato in Italia.

Si chiama Saetta ed è un robot sviluppato da Boston-Dynamics. Nello specifico, si tratta del modello Spot, adattato con un braccio robotico e la livrea dei carabinieri. Lo scorso dicembre è stato assegnato dall’Arma dei Carabinieri agli artificieri di Roma. Saetta infatti può prendere oggetti, manipolari e lavorare in ambienti difficili da gestire. Non solo. Saetta è in grado anche di usare i suoi sensori per mappare delle aree specifiche e individuare se all‘interno di certi contesti possono esserci delle minacce per l'uomo.

Come funziona Saetta

Questo piccolo esemplare di cane robot non agisce da solo. È monitorato da un operatore e non può superare i 150 metri di distanza dal dispositivo con cui viene guidato. Oltre a direzionarlo con le quattro zampe, gli operatori potranno anche sfruttare il suo braccio robotico per rimuovere ordigni in esplosi.

In un’intervista rilasciata a Fanpage.it il tenente colonnello dei carabinieri Luca Ciabocco ha spiegato che in futuro Saetta potrebbe avere anche altri colleghi robot con cui lavorare. Soprattutto negli scenari in cui gli operatori umani sono più a rischio:

La spiccata agilità di Saetta e dei suoi futuri colleghi potrebbe essere utilmente impiegata anche in occasione di calamità naturali, durante le quali potrebbe agevolare i soccorsi riuscendo a rintracciare eventuali dispersi, grazie alla possibilità di accedere in aree a rischio precluse all’uomo.

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