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Violentissime eruzioni di classe X sul Sole: la macchia solare responsabile sta per puntare la Terra

L’attività magnetica del Sole ha avuto un incremento repentino nelle ultime ore, scatenando due brillamenti di classe X e vari di classe M. La seconda eruzione estrema (X 2.7) è la più forte dall’inizio dell’anno. La macchia solare AR 4087 che ha generato i brillamenti sta per rivolgersi verso il nostro pianeta; rischiamo un’intensa tempesta geomagnetica.
A cura di Andrea Centini
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Il fortissimo brillamento di classe X 2.7 registrato il 14 maggio e legato alla macchia solare AR 4087. Credit: NASA / SDO
Il fortissimo brillamento di classe X 2.7 registrato il 14 maggio e legato alla macchia solare AR 4087. Credit: NASA / SDO

Dopo un periodo di relativa calma, nel giro di poche ore l'attività solare si è intensificata in modo significativo, con la manifestazione di un doppio brillamento estremo di classe X. Il secondo, verificatosi alle 08:17 UTC (le 10:17 ora italiana) di mercoledì 14 maggio, è stato il più forte in assoluto di tutto il 2025, un classe X 2.7. Le due violente eruzioni solari, che hanno determinato blackout radio in varie parti del mondo, sono state accompagnate anche da vari fenomeni di classe M, la penultima in ordine di potenza. L'insieme di questi eventi ha scagliato nello spazio diverse espulsioni di massa coronale (CME), un flusso di plasma – particelle cariche elettricamente o ionizzate – e campi magnetici che è responsabile delle tempeste solari sulla Terra, quando ne viene investita.

La macchia solare AR 4087 sta per puntare la Terra

Fortunatamente, in base a quanto indicato dall'astrofisico Tony Phillips sul portale specializzato in meteo spaziale Spaceweather.com, le CME legate agli ultimi potenti brillamenti ci hanno mancato, ovvero sono state espulse nello spazio ma non in direzione del nostro pianeta. C'è comunque un problema. La macchia solare coinvolta in questa intensa attività, chiamata AR 4087, quando ha sprigionato queste eruzioni solari si trovava sul margine sinistro del disco solare, ma sta lentamente dirigendosi verso la zona centrale della stella. Ciò significa che molto presto punterà direttamente la Terra. La macchia solare è caratterizzata da un campo magnetico di tipo beta-gamma-delta, cioè molto instabile e suscettibile di forti brillamenti, come quelli delle scorse ore. Qualora dovessero verificarsi nuovamente con la macchia solare puntata verso il nostro pianeta, il rischio di una tempesta geomagnetica significativa – da forte (G3) a estrema (G5) – diventerà concreto. Al momento, comunque, si tratta solo di un'ipotesi.

Come indicato, il Sole, che si trova nella fase di picco massimo di attività magnetica del suo ciclo di 11 anni, nelle ultime settimane è apparso relativamente tranquillo, al netto di un colossale filamento espulso nello spazio il 7 maggio. A stupire i fisici solari è stato soprattutto il comportamento della macchia solare AR 4079, enorme (oltre 170.000 chilometri), con un duplice nucleo oscuro e caratterizzata dalla formazione di un ponte di luce. Nonostante una “fisionomia” da struttura altamente instabile e pronta a “esplodere”, è rimasta tranquilla per tutto il suo passaggio sul disco solare, anche in quella più critica, mentre era puntata verso di noi. Ma le cose sono cambiate con AR 4087, visti i recenti sviluppo. Nel momento in cui stiamo scrivendo si trova in alto a sinistra sul disco solare, ma nei prossimi giorni si avvicinerà sempre più al centro; per questo continuerà a essere strettamente monitorata dagli scienziati.

Due brillamenti di classe X in poche ore

I due forti brillamenti di classe X associati alla macchia solare AR 4087 si sono verificati rispettivamente la sera del 13 maggio (classe X 1.2) e la mattina del 14 (classe X 2.7). Il secondo, come specificato, è stato il più intenso dall'inizio dell'anno. Ricordiamo che queste eruzioni solari, legate al fenomeno di riconnessione delle linee di campo magnetico (che si spezzano e ricongiungono liberando enormi quantità di energia), sono suddivise in cinque classi, ovvero A, B, C, M e X in ordine di intensità, ciascuna delle quali suddivisa a sua volta in 9 sottoclassi con numeri da 1 a 9. Solo la classe X non ha limiti numerici. Il più forte brillamento mai registrato dalla strumentazione è stato un clamoroso X 45 rilevato all'inizio di novembre 2003.

Blackout radio in varie parti del mondo

Spaceweather.com ha indicato che i brillamenti di classe X ed M delle ultime ore hanno determinato estesi blackout radio a onde corte in varie parti del mondo, come America, Africa, Sud-Est Asiatico e Medio Oriente. Le radiazioni viaggiano infatti quasi alla velocità della luce e raggiungono rapidamente la Terra, mentre i flussi di vento solare delle CME possono impiegare da diverse ore – nei casi dei più rapidi – a 2/3 giorni. Attualmente n on ci sono espulsioni di massa coronale in viaggio verso la Terra, al momento, ma le cose potrebbero cambiare repentinamente quando AR 4087 si troverà direttamente col mirino puntato sul nostro pianeta. Oltre a forti tempeste solari potremmo aspettarci anche aurore boreali e SAR sull'Italia come accaduto nel 2024 e a Capodanno 2025.

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