98 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Scoperto come lo smog innesca il cancro al polmone nei non fumatori: bastano 3 anni di esposizione

Gli scienziati hanno scoperto il meccanismo che innesca lo sviluppo del carcinoma polmonare a causa dell’inquinamento atmosferico.
A cura di Andrea Centini
98 CONDIVISIONI
Immagine

Il vizio del fumo è il principale responsabile del cancro ai polmoni, ciò nonostante l'aggressiva neoplasia può colpire anche chi non ha mai toccato una sigaretta in vita sua. In questi casi l'inquinamento atmosferico è da sempre considerato l'indiziato più plausibile, tuttavia trovare prove chiare e certe di questa associazione tra smog e carcinoma polmonare non è semplice. Sappiamo ad esempio che il fumo determina mutazioni nel DNA delle cellule polmonari e favorisce i tumori, ma non è noto l'impatto degli inquinanti. Ora, grazie a un approfondito studio suddiviso in più fasi, gli scienziati hanno scoperto i meccanismi biologici che spiegano come l'inquinamento atmosferico riesce a provocare i tumori. In parole semplici, il particolato sottile favorisce il risveglio delle cellule cancerose dormienti nel tessuto polmonare, che si accumulano naturalmente con l'avanzare età, spingendole a moltiplicarsi fino a dar vita al cancro.

A scoprire l'associazione tra inquinamento atmosferico e cancro al polmone è stato un team di ricerca internazionale guidato da scienziati britannici dello University College London e del Cancer Evolution and Genome Instability Laboratory – The Francis Crick Institute, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi del Dipartimento di Biochimica e Genetica Molecolare dell'Università del Colorado, del Vancouver Coastal Health Research Institute e di molti altri istituti. I ricercatori, coordinati dal professor Charles Swanton, docente presso il Cancer Research UK Lung Cancer Centre of Excellence dell'ateneo londinese e principale responsabile dello studio TRACERx (volto a comprendere l'evoluzione del cancro al polmone), sono giunti alle loro conclusioni dopo aver analizzato statisticamente i dati di oltre 400mila persone residenti nel Regno Unito, in Corea del Sud e a Taiwan. In parole semplici, hanno confrontato i tassi di incidenza del carcinoma polmonare mutante del recettore del fattore di crescita epidermico (EGFR) – scelto perché è quello più comune tra i non fumatori – con i livelli di inquinamento atmosferico dei luoghi dove di residenza.

Nello specifico si sono concentrati sul particolato sottile PM 2.5, ovvero quello caratterizzato da particelle con un diametro uguale o inferiore ai 2,5 micrometri. Si tratta di un inquinante molto insidioso poiché le piccole dimensioni gli permettono di raggiungere in profondità bronchi e tessuto polmonare, favorendo l'insorgenza di condizioni come la broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), l'asma, patologie cardiovascolari, cancro e persino la demenza. Non a caso l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) evidenzia che ogni anno circa 8 milioni di persone vengono uccise a causa dell'aria inquinata che respiriamo.

Dall'analisi dei dati è emersa una chiara correlazione tra l'incidenza del cancro al polmone con mutazione dell'EGFR e livelli elevati in PM 2.5. In pratica, più si viveva in un luogo inquinato, maggiore era il rischio di sviluppare la neoplasia. I ricercatori hanno evidenziato che bastano 3 anni di esposizione per far emergere l'associazione. Ma come fa il particolato sottile a indurre il cancro? Il professor Swanton e colleghi hanno condotto alcuni esperimenti con modelli murini (topi) con cellule portatrici delle mutazioni EGFR; dopo averli esposti a livelli di PM 2.5 paragonabili a quelli presenti nelle città, hanno osservato che i tumori avevano maggiori probabilità di emergere da queste cellule rispetto a quelle di topi non esposti agli inquinanti. Gli scienziati hanno inoltre dimostrato che bloccando una molecola chiamata interleuchina IL-1β – legata all'infiammazione e rilasciata in risposta al particolato ultrasottile – la formazione di questi tumori da smog viene prevenuta.

“Le cellule con mutazioni che causano il cancro si accumulano naturalmente con l'avanzare dell'età, ma normalmente sono inattive. Abbiamo dimostrato che l'inquinamento atmosferico risveglia queste cellule nei polmoni, incoraggiandole a crescere e potenzialmente a formare tumori”, ha dichiarato il professor Swanton in un comunicato stampa. “Il meccanismo che abbiamo identificato potrebbe in definitiva aiutarci a trovare modi migliori per prevenire e curare il cancro del polmone nei non fumatori. Se riusciamo a fermare la crescita delle cellule in risposta all'inquinamento atmosferico, possiamo ridurre il rischio di cancro ai polmoni”, ha chiosato l'esperto. La coautrice dello studio Emilia Lim ha inoltre sottolineato che “anche piccoli cambiamenti nei livelli di inquinamento atmosferico possono influire sulla salute umana”.  Solo nel Regno Unito 1 caso di cancro ai polmoni su 10 è provocato dall'inquinamento atmosferico, mentre in Italia il vizio del fumo uccide circa 80 persone al giorno (34mila all'anno) provocando il carcinoma polmonare. I dettagli della ricerca “Lung adenocarcinoma promotion by air pollutants” sono stati pubblicati sull'autorevole rivista scientifica Nature.

98 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views