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Questi hamburger a base di proteine microbiche dimezzano la deforestazione e abbattono la CO2

Grazie a un modello matematico è stato determinato che sostituire la carne bovina con alimenti a base di proteine microbiche abbatte deforestazione ed emissioni.
A cura di Andrea Centini
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Secondo un nuovo studio, se solo il 20 percento del consumo di carne bovina a livello globale fosse sostituito da un'alternativa a base di proteine microbiche derivate dalla fermentazione (MP), come gli hamburger di micoproteine (funghi), nei prossimi decenni si otterrebbe un dimezzamento della deforestazione e un conseguente abbattimento delle emissioni di anidride carbonica (CO2) e di metano. In altri termini, si garantirebbe un contributo significativo nella protezione degli ecosistemi e nel contrasto ai cambiamenti climatici, catalizzati proprio dalle costanti emissioni di gas a effetto serra dovute alle attività umane. Il risultato della nuova ricerca è solo l'ultimo di una lunga serie a mostrare come ridurre (o eliminare del tutto) il consumo di carne possa rappresentare una delle scelte migliori che possiamo fare proteggere il nostro delicato pianeta.

A determinare che la sostituzione di un quinto della carne bovina con prodotti basati su proteine microbiche può dimezzare la deforestazione (e ridurre le conseguenti emissioni di CO2 e metano) è stato un team di ricerca internazionale guidato da scienziati tedeschi dell'Istituto di Potsdam per la ricerca sull'impatto climatico (PIK), che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi del World Vegetable Center di Shanhua (Taiwan), dell'Università Humboldt di Berlino e dell'Università svedese di scienze agrarie di Uppsala (Svezia). Gli scienziati, coordinati dal dottor Florian Humpenöder, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver condotto un'approfondita analisi sull'impatto di cambiamenti nei modelli alimentari globali. Hanno sfruttato un sofisticato modello matematico predittivo, tenendo conto di molteplici fattori: dall'aumento della domanda di carne bovina atteso per il futuro all'incremento della popolazione umana, passando per le modifiche al commercio internazionale, l'aumento dei redditi e altri parametri.

Incrociando tutti i dati è emerso chiaramente che sfruttare prodotti a base di proteine microbiche derivate dalla fermentazione (MP) garantirebbe significativi benefici per l'ambiente in una proiezione al 2050, abbattendo la deforestazione – in costante peggioramento per i terreni da destinare al bestiame e alla coltivazione dei mangimi – e le conseguenti emissioni. Non a caso aumentando dal 20 al 50 percento il consumo della carne a base di proteine microbiche al posto di quella bovina, entro quell'anno si otterrebbe una riduzione della deforestazione fino all'82 percento. Del resto oltre l'80 percento dei terreni agricoli è destinato proprio al mantenimento degli allevamenti, da cui deriva circa il 15 percento delle emissioni globali secondo la FAO. L'impatto più significativo della sostituzione della vera carne con prodotti MP è emerso soprattutto in America Latina (dove sono localizzati i più grandi allevamenti di bestiame al mondo) e nell'Africa subsahariana.

I prodotti a base di proteine microbiche sono una realtà da diversi anni, come il noto Quorn derivato dalla fermentazione del fungo Fusarium venenatum; si tratta di alimenti alternativi al pari degli hamburger vegetali (ad esempio di soia) e di quelli ottenuti attraverso l'agricoltura cellulare. Sono tutti prodotti con un'impronta climatica sensibilmente inferiore rispetto a quella della vera carne; la Commissione europea ha recentemente approvato una raccolta firme ufficiale (una ICE, iniziativa dei cittadini europei) che ha come obiettivo proprio l'eliminazione dei sussidi economici alla zooctenia per girarli alle aziende che puntano sulle alternative più ecosostenibili, come appunto la carne coltivata in laboratorio e quella vegetale.

“Il sistema alimentare è alla base di un terzo delle emissioni globali di gas serra, e la produzione di carne di ruminanti è l'unica fonte principale”, ha dichiarato il dottor Humpenöder. “La buona notizia è che le persone non devono aver paura di dover mangiare solo verdure in futuro. Possono continuare a mangiare hamburger e simili, è solo che quelle polpette di hamburger saranno prodotte in un modo diverso”, ha sottolineato l'esperto, aggiungendo che i prodotti proteici microbici “possono rendere più facile per le persone abbandonare la carne”. I dettagli della ricerca “Projected environmental benefits of replacing beef with microbial protein” sono stati pubblicati sull'autorevole rivista scientifica Nature.

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