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Perché il cancro è un nemico così ostico da sconfiggere: “Capacità quasi infinita di evolvere”

Analizzando per 9 anni il cancro al polmone un team di ricerca britannico ha evidenziato le eccezionali capacità di diffusione, elusione del sistema immunitario ed evoluzione.
A cura di Andrea Centini
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Il cancro ha una capacità “quasi infinita” di evolvere ed è per questo che è improbabile ottenere una cura universale, perlomeno in tempi brevi; meglio concentrarsi sulla prevenzione. Questo, in estrema sintesi, il ragionamento enunciato alla BBC dal professor Charles Swanton, docente presso il Cancer Research UK Lung Cancer Centre of Excellence dello University College London e autore principale di un vasto e approfondito studio sulle malattie oncologiche: TRACERx. Gli scienziati hanno monitorato per nove anni l'evoluzione del cancro al polmone – nello specifico il carcinoma polmonare non a piccole cellule (NSCLC) – in numerosi pazienti, restando letteralmente sconcertati dalla capacità della malattia di evolversi, eludere il sistema immunitario e diffondersi in tutto l'organismo attraverso le metastasi, responsabili della maggior parte dei decessi correlati al cancro.

“Non voglio sembrare troppo deprimente su questo, ma penso – date le possibilità quasi infinite in cui un tumore può evolversi, e il numero molto elevato di cellule in un tumore in fase avanzata, che potrebbe essere di diverse centinaia di miliardi – che ottenere una cura per tutti i pazienti con malattia in stadio avanzato è un compito straordinario”, ha chiosato il professor Swanton alla rete britannica, sottolineando di non essere fiducioso sul fatto di riuscire a trovarle queste cure universali. “Se vogliamo ottenere il massimo impatto, dobbiamo concentrarci sulla prevenzione, la diagnosi precoce e la diagnosi precoce delle recidive”, ha aggiunto l'esperto. Sono parole che contrastano con l'annuncio della disponibilità entro il 2030 di vaccini a mRNA “altamente efficaci” contro il cancro, le malattie cardiovascolari e altre patologie. Non a caso il genetista Giuseppe Novelli dell'Università di Tor Vergata in un'intervista all'AGI aveva subito sottolineato l'importanza di non lasciarsi andare a trionfalismi e facili entusiasmi.

Il cancro uccide circa 180.000 persone ogni anno in Italia (100.000 uomini, 80.000 donne) ed è tra le principali cause di morte. Tra i principali “Big Killer” figura proprio il carcinoma polmonare, che toglie la vita a oltre 80 persone ogni giorno nel nostro Paese, 34mila ogni anno. Gli scienziati dello studio TRACERx si sono concentrati su 126 casi di carcinoma polmonare NSCLC tra oltre 400 pazienti con malattia metastatica, mettendoli a confronto con 144 casi di tumori non metastatici. Nel 25 percento dei casi le metastasi “divergevano precocemente” dal tumore primario, soprattutto in coloro che fumavano e nei tumori con diametri più piccoli, al di sotto degli 8 millimetri. “La disseminazione policlonale, associata a recidiva della malattia extratoracica, è stata riscontrata nel 32 percento dei casi. La malattia linfonodale primaria ha contribuito alla recidiva metastatica in meno del 20 percento dei casi, rappresentando un segno distintivo del potenziale metastatico piuttosto che una via per successive recidive/progressione della malattia”, hanno scritto gli scienziati nell'abstract dello studio.

Alla luce di queste evidenze, il professor Swanton e colleghi sottolineano l'importanza di monitorare l'evoluzione del clone metastatico nei tumori primari – distinguendo tra diffusione monoclonale e policlonale – e mettere a punto nuove strategie per prendere di mira le metastasi. Dalle analisi gli scienziati hanno determinato che le cellule più aggressive nel tumore iniziale sono quelle che poi si diffondono nel resto del corpo; che i tumori con più mutazioni sono quelli col maggior rischio di recidiva; e che la presenza di frammenti di DNA tumorale nel flusso sanguigno poteva anticipare di circa 7 mesi la manifestazione della recidiva nella TAC. Gli autori dello studio sono rimasti molto sorpresi dalle capacità di adattamento ed evoluzione del cancro, per questo ritengono improbabile la scoperta di una cura universale. I dettagli della ricerca “The evolution of non-small cell lung cancer metastases in TRACERx” sono stati pubblicati sulla prestigiosa rivista scientifica Nature.

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