Cambiamenti climatici
10 Gennaio 2023
16:20

Nel 2022 caldo record ed eventi climatici estremi, ma le emissioni continuano a crescere

L’anno appena concluso è stato caratterizzato da temperature estreme e significativi eventi idro-meteorologici, specchio dei cambiamenti climatici innescati dalle emissioni di gas serra. I dati nel nuovo report di Copernicus.
A cura di Andrea Centini
Credit: Copernicus Climate Change Service/ECMWF
Credit: Copernicus Climate Change Service/ECMWF
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Cambiamenti climatici

Il 2022 è stato un anno caratterizzato da temperature ed eventi idro-meteorologici estremi che hanno reso evidente a chiunque l'impatto dei cambiamenti climatici. Negarli a questo punto sarebbe pura e semplice disonestà intellettuale, anche alla luce degli studi che continuano a mostrare un costante e inesorabile peggioramento della situazione a livello globale. Nel corso dei mesi scorsi enti e istituzioni hanno diramato bollettini con dati sempre più drammatici, tra caldo record, siccità devastante (per la prima volta nella storia anche nella piovosa Inghilterra si è parlato di razionamento dell'acqua), alluvioni, tassi di fusione dei ghiacciai senza precedenti, perdita di biodiversità e altri fenomeni distruttivi, tutti intimamente connessi alle emissioni di CO2 (anidride carbonica) e altri gas a effetto serra dovuti alle attività umane, che catalizzano la “febbre” del nostro pianeta. A dimostrare quanto male stiamo facendo all'ambiente (e a noi stessi) vi è il nuovo report annuale pubblicato dagli scienziati della missione Copernicus, cogestita dalla Commissione Europea e dall'Agenzia Spaziale Europea (ESA). Ecco i dati più significativi del Global Climate Highlights 2022.

Aumento delle temperature medie rispetto all’epoca preindustriale. Credit: Copernicus Climate Change Service/ECMWF
Aumento delle temperature medie rispetto all’epoca preindustriale. Credit: Copernicus Climate Change Service/ECMWF

L'anno appena concluso a livello globale è stato il quinto più caldo di sempre, sulla base del set di dati ERA5. A precederlo il 2016, il 2020, il 2019 e il 2017. La temperatura media è stata superiore di 0,3° C rispetto alla media di riferimento del periodo 1991 – 2020, che corrisponde a 1,2° C in più della media dell'epoca preindustriale. Siamo dunque molto vicini alla soglia di 1,5° C, l'obiettivo più virtuoso dell'Accordo di Parigi sul Clima (2015), soglia da non superare se non si vuol andare incontro agli effetti più catastrofici del riscaldamento globale. Purtroppo, come spiegato a Fanpage.it dal climatologo Luca Mercalli, è “molto difficile” che si riesca a centrare questo traguardo, a meno che non avvenga il miracolo che tutti i Paesi decidano immediatamente e all'unisono di tagliare le emissioni. Pur essendo stato il quinto anno più caldo di sempre, con un leggerissimo scarto rispetto a quelli che lo precedono e seguono, il 2022 fa parte del gruppo degli ultimi 8 anni in cui è stata sempre registrata un media superiore a 1° C rispetto a quella preindustriale. È l'ennesimo segnale di un trend negativo in atto che ci sta pian piano spingendo verso il baratro dell'apocalisse climatica.

Le nazioni europee più
Le nazioni europee più "roventi" del 2022. Credit: Copernicus Climate Change Service/ECMWF

Per quanto concerne l'Europa, complessivamente il 2022 è stato il secondo anno più caldo di sempre, ma è stato il più caldo in assoluto per diversi singoli Paesi, tra i quali l'Italia, la Francia, la Spagna, il Regno Unito, la Slovenia etc etc. Sempre in Europa l'estate 2022 è risultata essere la più calda di sempre; non c'è da stupirsi, visti i dati drammatici su temperature, siccità, incendi e altri fenomeni legati alla colonnina di mercurio “impazzita” registrati tra giugno e settembre dello scorso anno, soprattutto in alcune regioni della Penisola Iberica, nel Regno Unito, in Francia e in Italia. Nel nostro Paese hanno sconcertato le immagini del grande fiume Po in secca, che ha restituito carcasse di mezzi affondati durante la Seconda Guerra Mondiale e resti di animali preistorici. Fenomeni di siccità estrema seguiti poi da alluvioni e piogge catastrofiche, come quelle verificatesi nelle Marche e a Ischia, con decine di morti. Anche il distacco del seracco dal ghiacciaio della Marmolada a luglio, che ha provocato una dozzina di vittime, è figlio delle temperature anomale, con lo 0 termico che anno dopo anno, in montagna, sale a quote sempre maggiori.

L’aumento delle concentrazioni di anidride carbonica e metano in atmosfera. Credit: Copernicus Climate Change Service/ECMWF
L’aumento delle concentrazioni di anidride carbonica e metano in atmosfera. Credit: Copernicus Climate Change Service/ECMWF

Alla base di questi eventi idro-meteorologici, la cui intensità e frequenza sono guidate dai cambiamenti climatici, vi sono le emissioni di gas a effetto serra come l'anidride carbonica e il metano, che continuano ad aumentare inesorabilmente nonostante i continui appelli a tagli e riduzioni. Come indicato nel Global Climate Highlights 2022, le concentrazioni atmosferiche di CO2 “sono aumentate di circa 2,1 ppm, in modo simile ai tassi degli ultimi anni”, mentre quelle di metano – un gas a effetto serra molto più potente dell'anidride carbonica, sebbene meno duraturo – “sono aumentate di quasi 12 ppb, più della media, ma al di sotto dei massimi record degli ultimi due anni”. Nel 2022 la media annuale è stata di circa 417 ppm per l'anidride carbonica e di 1894 ppb per il metano, i valori più alti in assoluto da quando viene tenuta traccia delle emissioni grazie ai rilievi satellitari. Confrontando questi dati con quelli storici e preistorici, raccolti con altri metodi, i valori odierni sono i più alti da 2 milioni di anni a questa parte per l'anidride carbonica e da 800mila anni per il metano.

Le emissioni e le conseguenti temperature anomale si riflettono su molteplici fenomeni, come ad esempio lo scioglimento dei ghiacciai e la formazione del ghiaccio marino ai poli, che a loro volta hanno un impatto su innalzamento del livello del mare, equilibri degli ecosistemi, disponibilità di acqua dolce e molto altro. Un recente studio internazionale ha stimato che entro il 2100 perderemo la metà dei ghiacciai della Terra, anche se riusciremo a contenere le temperature entro 1,5° C, perché ormai molti di essi hanno raggiunto un punto di non ritorno (come il ghiacciaio della Marmolada, che si ritiene sparirà entro 20 – 30 anni). Da segnalare anche che a febbraio 2022 il ghiaccio marino antartico ha raggiunto la sua estensione minima da 44 anni a questa parte. Sono tutti segnali di un mondo che soffre, trasformato in un luogo sempre più invivibile per la flora, la fauna e noi stessi.

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