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L’Italia dà la caccia ai neutrini sottomarini grazie al progetto KM3NeT, ora finanziato dal PNRR

Un finanziamento da 70 milioni di Euro legato al PNRR migliorerà sensibilmente le prestazioni del progetto KM3NeT, che ricerca neutrini al largo della Sicilia.
A cura di Andrea Centini
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Una delle "sfere" del KM3NeT. Credit: INFN
Una delle "sfere" del KM3NeT. Credit: INFN

Tra i più affascinanti progetti scientifici in Italia che potranno beneficiare dei fondi del PNRR vi è il Cubic Kilometre Neutrino Telescope o KM3NeT, uno strumento il cui scopo primario è andare a caccia di neutrini – particelle subatomiche prive di carica elettrica e di massa estremamente piccola – generate da varie fonti nella nostra galassia. Il PNRR, acronimo di Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, è un piano volto a far ripartire l'economia per il post pandemia di COVID-19 facente parte del Next Generation EU dell'Unione Europea, grazie al quale il nostro Paese riceverà in tutto oltre 190 miliardi di Euro. Parte di questi fondi sarà destinata a progetti di ricerca scientifica e fra essi è coinvolto anche il KM3NeT, grazie al progetto KM3 Neutrino Telescope for Recovery and Resilience (KM3net4RR) annunciato dall'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN).

Come specificato in un comunicato stampa dell'ente di ricerca, attraverso questo finanziamento si riuscirà a completare “circa i 2/3 dell’infrastruttura finale in 30 mesi”, in questo modo l'INFN potrà dotarsi anche “dei laboratori e del personale necessario all’ampliamento, costruzione e installazione della rete di fondo e dei sistemi di rivelazione sottomarini”. Il KM3NeT, in costruzione da diversi anni, è una sorta di grande infrastruttura di ricerca sottomarina europea distribuita in tre distinti punti nel Mar Mediterraneo: al largo di Capo Passero (Sicilia), di Tolone (Francia) e Pylos (Grecia). Si compone di potenti rilevatori sottomarini in grado di intercettare i sopracitati neutrini prodotti da eventi cosmici di vario genere, come supernovae (le esplosioni stellari), collisioni di stelle e altri fenomeni estremamente energetici. Tutti insieme formano un grande telescopio di neutrini composto da oltre 10mila sfere di vetro agganciate a centinaia di corde con sensori, elementi necessarie per captare le minuscole particelle subatomiche vaganti.

La componente italiana del KM3NeT sita al sita al largo di Portopalo di Capo Passero è composta da due rilevatori distinti: ARCA (Astroparticle Research with Cosmics in the Abyss), che rileva neutrini cosmici ad alta energia; e ORCA (Oscillation Research with Cosmics in the Abyss), più compatta, che cattura neutrini meno energetici, rilevando le cosiddette “oscillazioni di neutrini”. Il primo telescopio è fissato a 3400 metri di profondità, mentre il secondo a circa 2500 metri.

Il progetto KM3net4RR sarà avviato a dicembre e si baserà sullo stanziamento di quasi 70 milioni di Euro, grazie ai quali verranno compiuti importanti passi avanti in termini di prestazioni. “Il progetto KM3NeT4RR permetterà di ampliare in modo significativo le potenzialità del telescopio sottomarino per neutrini ARCA contribuendo in modo significativo allo sviluppo dei programmi scientifici di astronomia multimessagera”, ha dichiarato il dottor Giacomo Cuttone, a capo del progetto di ricerca. “KM3NeT4RR contribuirà ulteriormente alla crescita scientifica, tecnologica ed economico-sociale del nostro paese e, in particolare, delle regioni del Sud (Sicilia, Campania e Puglia), nel rispetto degli obiettivi del PNRR”, ha aggiunto lo scienziato.

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