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Guerra in Ucraina

“Le sanzioni alla Russia potrebbero far cadere la Stazione Spaziale”: l’allarme di Mosca

Il direttore generale dell’Agenzia spaziale russa (Roscomos) ha affermato che le sanzioni alla Russia potrebbero far cadere la Stazione Spaziale Internazionale.
A cura di Andrea Centini
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Dmitry Rogozin, il direttore generale dell’Agenzia spaziale russa (Roscomos), ha affermato che le sanzioni alla Russia per la guerra in Ucraina potrebbero portare alla caduta della Stazione Spaziale Internazionale (ISS). Rogozin ha rinnovato la minaccia già lanciata alcuni giorni addietro, aggiungendo il dettaglio che le navette soyuz che riforniscono il laboratorio orbitante non potranno più essere inviate. Poiché la Russia gestisce il fondamentale modulo dedicato alla propulsione, l'assenza di rifornimenti potrebbe portare “all'ammaraggio o all'atterraggio” della stazione spaziale. Per queste ragioni Rogozin chiede l'annullamento delle sanzioni, che colpiscono in modo particolarmente duro il settore tecnologico e aerospaziale.

In una serie di “cinguettii” al vetriolo pubblicati lo scorso 24 febbraio, all'alba dell'invasione dell'Ucraina, Rogozin rivolgendosi direttamente a Joe Biden – il presidente degli Stati Uniti – aveva specificato che la ISS non sorvola il territorio russo, pertanto una eventuale caduta sarebbe stata un problema degli altri. “C'è anche la possibilità di far cadere una struttura da 500 tonnellate in India e Cina. Vuoi minacciarli con una prospettiva del genere?”, aveva scritto il direttore della Roscomos, aggiungendo che per evitare che le sanzioni gli cadessero in testa, “e non solo in senso figurato”, suggeriva “da partner” di non comportarsi da “giocatore irresponsabile”. A seguito di questi tweet la NASA aveva risposto che la collaborazione con la Russia sarebbe proseguita normalmente nella gestione dell'ISS, ma le sanzioni sono state ulteriormente inasprite – per spingere Putin a un cessate il fuoco – e Rogozin è tornato all'attacco.

La Stazione Spaziale Internazionale è un progetto intergovernativo gestito dalle agenzie spaziali di più Paesi, comprese quella europea (ESA), quella canadese (CSA-ASC) e quella giapponese (JAXA). Ma la statunitense NASA e la russa Roscomos sono i due partner principali, che si occupano dei moduli più importanti. Come indicato, la Russia gestisce quello legato alla propulsione, fondamentale anche per deviare l'orbita in presenza di spazzatura spaziale in rotta di collisione (recentemente sono state eseguite più manovre di emergenza). È indubbio che senza rifornimenti le conseguenze possono essere catastrofiche. Gli americani, d'altro canto, gestiscono il modulo che rifornisce di energia l'intero laboratorio orbitante e le due sezioni sono completamente interconnesse. Solo alcuni giorni fa l'agenzia di stampa statale russa RIA Novosti aveva pubblicato un video grottesco e minaccioso in cui mostrava gli effetti di tale separazione.

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