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La saliva delle zanzare può sopprimere le nostre difese immunitarie

Lo rivela una nuova ricerca medica pubblicata sulla rivista scientifica Plos Pathogens da cui è emerso in che modo alcune sostanze favoriscano le infezioni trasmesse dalle zanzare.
A cura di Valeria Aiello
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Una zanzara della specie Aedes aegypti
Una zanzara della specie Aedes aegypti

Le zanzare possono rappresentare un serio problema per la nostra salute, non solo per il fastidio causato dalle loro punture ma anche per il rischio che alcune specie vettore trasmettano diverse infezioni virali, tra le quali alcune molto gravi, come la dengue, la chikungunya e la febbre del West Nile. Quanto emerso da una nuova ricerca medica appena pubblicata sulla rivista scientifica Plos Pathogens ha però rivelato che i morsi di zanzara possono minacciare la nostra salute in maniera molto complessa, andando addirittura a reprimere le difese immunitarie e aumentando il rischio di infezione.

Lo studio, coordinato da Shih-Chia Yeh della Duke-NUS Medical School, Singapore e Tania Strilets del Dipartimento di Biochimica e Biologia Molecolare della University of Texas Medical Branch di Galveston, negli Stati Uniti, ha infatti evidenziato che la saliva delle zanzare infette da virus della dengue contiene un messaggero chimico che ostacola la risposta del sistema immunitario umano, favorendo l’infezione. Tale sostanza, prodotta direttamente dal virus e nota come sfRNA (RNA flavirale subgenomico) è presente ad alti livelli nella saliva delle zanzare infette, e aiuta a spiegare perché la malattia si trasmetta così facilmente.

La saliva delle zanzare indebolisce le nostre difese contro la dengue

La trasmissione del virus della dengue (un flavivirus con quattro sierotipi distinti) all’uomo da parte delle zanzare – principalmente la specie Aedes aegypti – inizia con l’infezione delle cellule della pelle che si trovano nel sito del morso. Ciò che però non è ancora completamente compreso e attorno a cui i ricercatori stanno concentrando il loro lavoro sono i fattori che migliorano la trasmissione, contenuti nella saliva delle zanzare, al fine di sviluppare terapie o farmaci efficaci a contrastarli.

In quest’ambito di ricerca, gli scienziati coinvolti nella nuova ricerca hanno progettato uno studio che, attraverso tre metodi di analisi separati, ha permesso di identificare un tipo specifico di messaggero chimico, un RNA virale chiamato appunto sfRNA nella saliva delle zanzare infette. Dalla loro indagine è emerso che tale sostanza è in grado di bloccare i meccanismi di difesa che il nostro organismo mette in atto contro le infezioni.

È incredibile che il virus possa dirottare queste molecole in modo che la loro consegna congiunta nel sito della puntura di zanzara gli dia un vantaggio nello stabilire un’infezione” ha affermato Strilets che, quando è stato condotto il lavoro, era ricercatrice nel laboratorio diretto dal professor Mariano Garcia-Blanco, recentemente entrato a far parte dell’Università della Virginia come presidente del Dipartimento di Microbiologia, immunologia e biologia del cancro. “Questi risultati forniscono nuove prospettive su come possiamo contrastare le infezioni da virus della dengue fin dal primo morso di zanzara”.

L'sfRNA confezionato in vescicole extracellulari nella saliva delle zanzare infette viene trasferito alle cellule della pelle umana durante il morso, inibendo la risposta immunitaria innata antivirale per migliorare l'infezione / Credit: Shih-Chia Yeh et al, Plos Pathogens 2023.
L'sfRNA confezionato in vescicole extracellulari nella saliva delle zanzare infette viene trasferito alle cellule della pelle umana durante il morso, inibendo la risposta immunitaria innata antivirale per migliorare l'infezione / Credit: Shih-Chia Yeh et al, Plos Pathogens 2023.

Nella saliva delle zanzare infette, l’sfRNA si trova protetto in compartimenti, probabilmente delle vescicole extracellulari, confezionato in modo da essere pronto per la consegna al momento del morso. Nei test di laboratorio, il team ha confermato che questo carico utile di sfRNA aumenta i livelli di infezione virale, preparando il terreno per un’infezione efficiente e conferendo al virus un vantaggio nella prima battaglia contro le le nostre difese immunitarie. In precedenza, questi sfRNA erano già stati individuati in altri virus trasmessi da insetti, tra cui Zika e febbre gialla, e il loro ruolo, più in generale, sembra essere quello di intralciare la segnalazione chimica utilizzata dall’organismo durante la replicazione del virus.

Ipotizziamo che l’sfRNA presente nelle vescicole extracellulari venga consegnato alle cellule nel sito del morso per inibire l’immunità innata e migliorare la trasmissione del virus della dengue” scrivono i ricercatori nel loro articolo.

Cos’è la dengue e perché è un serio problema

Circa la metà della popolazione mondiale è a rischio di dengue: ogni anno, quasi 400 milioni di persone vengono infettate dal virus, che causa sintomi come febbre, nausea ed eruzioni cutanee, spesso vengono scambiati per altre malattie. La maggior parte delle persone manifesta una malattia lieve, ma circa 1 su 20 sviluppa forme gravi, che possono portare a collasso circolatorio (sindrome da shock dengue), emorragie interne e morte. Sfortunatamente, è possibile contrarre più volte la dengue –  poiché è causata da quattro sierotipi distinti di flavivirus – e per la cura della malattia ad oggi non esiste alcun trattamento efficace, se non quelli rivolti alla gestione dei sintomi.

Pertanto, capirne di più e comprendere come si diffonde è essenziale per combattere l’infezione. In quest’ambito, la scoperta di Garcia-Blanco e dei suoi colleghi identifica un importante contributo alla trasmissione della malattia. I ricercatori sospettano inoltre che altre sostanze simili possano guidare altre infezioni trasmesse dalle zanzare, come Zika, West Nile e febbre gialla. “I nostri risultati – ha concluso Garcia-Blanco – saranno quasi certamente applicabili alle infezioni causate da altri flavivirus. È anche improbabile che le molecole specifiche si applichino alla malaria, ma il concetto è generalizzabile alle infezioni virali”.

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