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I telefoni cellulari non provocano il cancro al cervello, secondo un nuovo studio

Uno studio dell’Università di Oxford che ha coinvolto oltre 1,3 milioni di persone ha dimostrato che i telefoni cellulari non provocano il cancro al cervello.
A cura di Andrea Centini
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Secondo un nuovo studio i telefoni cellulari non provocano il cancro al cervello, una conclusione che rassicura sulla salubrità di questi diffusissimi dispositivi. L'utilizzo di smartphone e affini, infatti, in passato è stato più volte associato al potenziale rischio oncologico, in particolar modo ai tumori al cervello. Citiamo a titolo di esempio i risultati di uno studio americano condotto dal National Toxicology Program (NTP) e di uno italiano guidato da scienziati dall'Istituto Ramazzini di Bologna, entrambi pubblicati nel 2018; le ricerche rilevarono che le radiazioni a radiofrequenza (RFR) emesse sia dai telefoni cellulari che dai ripetitori / trasmettitori per la comunicazione mobile erano in grado di provocare rari tumori maligni delle cellule nervose cardiache (gli schwannomi) e gliomi maligni nei ratti esposti. Sono soltanto due delle numerose indagini che hanno fatto emergere simili legami, mentre altre hanno “scagionato” i nostri telefoni. La nuova ricerca è tuttavia una delle più approfondite in assoluto sul tema e potrebbe aiutare a spegnere molti dei timori.

A condurla è stato un team di ricerca internazionale guidato da scienziati del Dipartimento di salute della popolazione “Nuffield” dell'Università di Oxford, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi francesi dell'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC/OMS) – Sezione Epidemiologia dell'Ambiente e dello Stile di Vita di Lione. Gli studiosi, coordinati dalla professoressa Valerie Beral, docente presso l'Unità di Epidemiologia del Cancro dell'ateneo del Regno Unito, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver condotto un'approfondita indagine retrospettiva sui dati di oltre 1,3 milioni di donne, tutte nate tra il 1935 e il 1950 e arruolate nella ricerca tra il 1996 e il 2001. Attraverso questionari standardizzati i ricercatori hanno chiesto loro modalità e tempo di utilizzo del telefono cellulare, in due occasioni distinte nel 2001 e nel 2011 (tempo mediano). In poco meno di 780 mila hanno completato il primo questionario.

Durante il periodo di follow-up dello studio, durato 14 anni, dalle analisi delle cartelle cliniche delle partecipanti sono emersi in tutto 3.268 tumori cerebrali incidenti. La professoressa Beral e i colleghi hanno incrociato i dati dei tumori al cervello con quelli relativi all'uso dei telefoni, non rilevando alcuna associazione statistica significativa nell'incidenza delle neoplasie tra chi usava di più il telefonino e chi non lo usava praticamente mai. Più nello specifico, il rischio relativo aggiustato per l'uso “sempre” contro “mai” era di 0,97 (intervallo di confidenza al 95 percento = da 0,90 a 1,04) per tutti i tipi di tumore cerebrale, di 0,89 (intervallo di confidenza al 95 percento = da 0,80 a 0,99) per il glioma e non statisticamente / significativamente differente da 1,0 per meningioma, tumori ipofisari e neuroma acustico, si legge nell'abstract dello studio. In parole semplici, chi non utilizzava il telefono cellulare aveva lo stesso rischio di sviluppare un tumore cerebrale di chi lo utilizzava spesso. “Rispetto ai non utilizzatori, non sono state riscontrate associazioni statisticamente significative, complessivamente o per sottotipo tumorale, per l'uso quotidiano di telefoni cellulari o per aver utilizzato telefoni cellulari per almeno 10 anni”, scrivono gli autori dello studio. Non emergeva alcuna differenza nel rischio tra chi usava il cellulare 20 minuti a settimana e chi invece lo utilizzava intensamente tutti i giorni da 10 anni.

Intervistato da Science Media Centre, il professor Malcolm Sperrin dell'ospedale universitario di Oxford ha dichiarato che lo studio rappresenta “una gradita aggiunta al corpo di conoscenze che esamina il rischio dei telefoni cellulari e, in particolare, in relazione a determinati tipi di genesi del tumore”. “È uno studio prospettico ben progettato che non identifica alcun nesso causale – specifica l'esperto -, ma riconosce che potrebbero esserci false correlazioni derivanti da studi precedenti che sono retrospettivi nella progettazione. C'è sempre bisogno di ulteriori lavori di ricerca, soprattutto perché telefoni, wireless ecc. diventano onnipresenti, ma questo studio dovrebbe dissipare molte preoccupazioni esistenti”. La professoressa Beral e colleghi hanno concluso che i risultati dello studio supportano l'evidenza accumulata “che l'uso del telefono cellulare in condizioni normali non aumenta l'incidenza del tumore al cervello”. I dettagli della ricerca “Cellular Telephone Use and the Risk of Brain Tumors: Update of the UK Million Women Study” sono stati pubblicati sull'autorevole rivista scientifica specializzata Journal of The National Cancer Institute.

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