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I cani non sono gli unici animali a percepire le nostre emozioni

Secondo una nuova ricerca, anche i cavalli e i maiali possono distinguere le nostre espressioni positive da quelle negative.
A cura di Valeria Aiello
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C’è una forma di empatia, chiamata contagio emotivo, che non esiste solo tra i gli esseri umani ma anche tra diverse specie animali. I cani, ad esempio, percepiscono le emozioni racchiuse nella nostra voce, ma una nuova ricerca condotta dall’Università di Copenaghen e dall’ETH di Zurigo ha dimostrato che anche i cavalli e i maiali possono distinguere le espressioni positive e negative presenti nel linguaggio umano, reagendo di conseguenza. In altre parole, il modo in cui parliamo è importante non solo per i cani, ma anche per altri animali, che mostrano la capacità di distinguere se ciò che diciamo ha una carica positiva o negativa.

Non solo i cani, ma anche i cavalli e i maiali percepiscono le nostre emozioni

La ricerca, in particolare, si è concentrata sulle reazioni comportamentali di cavalli, maiali e cinghiali alle voci umane e ai versi di animali, riproducendo i diversi suoni attraverso altoparlanti nascosti. Per evitare che gli animali reagissero a parole specifiche, le registrazioni delle voci umane sono state effettuate da un doppiatore professionista che ha pronunciato discorsi con tono positivo o negativo, utilizzando frasi prive di particolare significato. Il comportamento degli animali è stato dunque monitorato a partire da una serie di categorie utilizzate in studi precedenti, come la posizione dell’orecchio e altri movimenti.

Tale approccio, descritto nello studio appena pubblicato sulla rivista BMC Biology, ha permesso ai ricercatori di osservare che i cavalli e i maiali reagiscono più fortemente ai suoni negativi, indipendentemente dal fatto che questi fossero stati prodotti da animali della stessa specie, di altre specie o dall’uomo. I cavalli, ad esempio, trascorrevano più tempo a camminare e meno tempo a muovere la coda, suggerendo che dopo aver ascoltato un suono negativo prodotto da qualsiasi animale, fossero più attenti. I maiali, invece, mangiavano di meno e passavano più tempo in giro. I cinghiali, d’altra parte, non hanno reagito in un modo diverso né ai suoni positivi né a quelli negativi, sia quando emessi dai loro simili sia quando pronunciati dall’uomo.

I nostri risultati mostrano che animali come i cavalli e i maiali domestici sono influenzati dalle emozioni con cui carichiamo la nostra voce quando parliamo o siamo intorno a loro. Reagiscono più fortemente – generalmente più velocemente – quando ascoltano una voce carica negativamente, rispetto a quando è presente una carica positiva. In alcune situazioni, sembrano persino rispecchiare l’emozione a cui sono esposti” ha affermato Elodie Briefer del Dipartimento di Biologia dell'Università di Copenaghen e autrice corrispondente dello studio.

Parte degli obiettivi della ricerca era quello di indagare sul contagio emotivo negli animali, ovvero sulla percezione delle emozioni e la capacità di rispecchiare la stessa emozione. Nella biologia comportamentale, questo tipo di reazione è visto come un primo passo verso l’empatia. “Se futuri progetti di ricerca dimostreranno chiaramente che questi animali riflettono le emozioni, come suggerisce il nostro studio, sarà molto interessante verificare questa capacità in relazione alla storia dello sviluppo delle emozioni e alla misura in cui gli animali hanno una vita emotiva e il livello di coscienza” ha concluso Elodie, suggerendo che “il modo in cui parliamo con gli animali può avere un impatto diretto sul loro stato emotivo e sul loro benessere”.

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