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Cop 27, il vertice sul clima in Egitto

Gli ultimi 8 anni sono stati i più caldi di sempre: agire ora per evitare la catastrofe climatica

L’OMM ha annunciato che gli ultimi 8 anni sono stati i più caldi di sempre. Effetti drammatici su eventi meteo estremi, scioglimento dei ghiacciai e livello del mare.
A cura di Andrea Centini
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Credit: OMM
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Gli ultimi otto anni, dal 2015 al 2022, sono stati i più caldi di sempre. Perlomeno da quando viene tenuta traccia delle temperature globali sulla Terra. Ad annunciarlo la World Meteorological Organization (l'Organizzazione Meteorologica Mondiale – OMM o WHO), che ha pubblicato un nuovo rapporto legato alla COP27, la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici attualmente in corso di svolgimento a Sharm el-Sheikh, in Egitto. Le decisioni e le misure che verranno prese durante le varie giornate di lavoro, che ufficialmente andranno avanti fino al 18 novembre (ma potrebbero andare oltre, come accaduto in passato), saranno infatti decisive per il contrasto alla crisi climatica, prossima a sfociare in una catastrofe per l'intera umanità.

Le temperature nel 2022. Credit: OMM
Le temperature nel 2022. Credit: OMM

Nel documento “Stato del clima globale nel 2022” l'OMM ha sottolineato che la temperatura media globale attualmente si attesta a 1,15° C (intervallo tra 1,02 e 1,28° C) oltre la media del 1850-1900. Gli ultimi otto anni risultano i più caldi in assoluto nonostante l'impatto de “La Niña” a partire dal 2020, proseguito fino ad oggi. Si tratta di un fenomeno oceanico e atmosferico che innesca temperature più fredde, in contrapposizione al più famoso (e caldo) El Niño. Nonostante gli effetti de La Niña siamo comunque andati incontro a estati con temperature record e medie ben al di sopra di quelle stagionali, come quelle registrate nelle ultime settimane. A causa del suddetto fenomeno il 2022 non risulterà l'anno più caldo di sempre, ma secondo l'OMM probabilmente si attesterà "al quinto o sesto posto della classifica". Ciò che conta, tuttavia, non è il singolo anno, ma la tendenza, che mostra un costante e pericolosissimo aumento. Basti osservare la curva storica sull'aumento delle temperature medie a partire dall'industrializzazione.

L'OMM sottolinea che il riscaldamento globale è catalizzato dalle emissioni di gas a effetto serra come l'anidride carbonica (CO2), il metano (CH4) e il protossido di azoto (N2O) legati alle attività umane. Hanno tutti toccato livelli record nel 2021. L'aumento annuale della concentrazione di metano, ad esempio, è stato il più alto mai registrato, inoltre nel 2022 siamo arrivati a 420 parti per milione (ppm) di anidride carbonica nell'aria. Oggi emettiamo in atmosfera oltre 55 miliardi di tonnellate di gas serra all'anno, mentre nel 2015, quando è stato firmato lo storico Accordo di Parigi sul Clima, erano circa 50 miliardi. Stiamo dunque peggiorando, non migliorando. Non c'è da stupirsi che siamo ben lontani dal riuscire a contenere l'innalzamento della temperatura media entro 1,5° C, la soglia che ci eviterebbe gli effetti più catastrofici dai cambiamenti climatici. Di questo passo, secondo il nuovo rapporto legato Convenzione delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC), entro il 2100 l'incremento della temperatura media sarà di 2,5° C, con conseguenze devastanti sull'ambiente e l'intera umanità.

“Maggiore è il riscaldamento, peggiori sono le conseguenze. Oggi abbiamo livelli così elevati di anidride carbonica nell'atmosfera che l'obiettivo di 1,5° C dell'accordo di Parigi è a malapena a portata di mano”, ha dichiarato in un comunicato stampa Petteri Taalas, segretario generale dell'OMM. “È già troppo tardi per molti ghiacciai e lo scioglimento continuerà per centinaia se non migliaia di anni, con importanti implicazioni sulla sicurezza idrica. Il tasso di innalzamento del livello del mare è raddoppiato negli ultimi 30 anni. Anche se lo misuriamo ancora in termini di millimetri all'anno, si aggiunge da mezzo metro a 1 metro al secolo e questa è una minaccia a lungo termine e grave per molti milioni di abitanti di coste e stati bassi”, ha dichiarato l'esperto, aggiungendo che a soffrire di più sono proprio le popolazioni che hanno inquinato meno.

Innalzamento del livello del mare. Credit: OMM
Innalzamento del livello del mare. Credit: OMM

Tra i vari impatti dei cambiamenti climatici citati dall'OMM vi è lo scioglimento dei ghiacci, con particolare riferimento ai ghiacciai delle Alpi, il cui spessore medio è sceso di 3 – 4 metri soltanto nel 2022. Drammatica la situazione in Svizzera, dove tra il 2001 e il 2022 c'è stata una diminuzione del ghiaccio da 77 chilometri cubi a 49 chilometri cubi. Lo scioglimento dei ghiacci – in particolar modo di quello dei poli – è responsabile dell'innalzamento del livello del mare, aumentato di circa 3,4 ± 0,3 mm all'anno nel trentennio compreso tra il 1993 e il 2022, con una brusca impennata negli ultimi anni. “Il tasso è raddoppiato tra il 1993-2002 e il 2013-2022 e il livello del mare è aumentato di circa 5 mm tra gennaio 2021 e agosto 2022”, ha sottolineato l'OMM. Aumentati anche il calore degli oceani e il numero di eventi meteorologici estremi, come alluvioni, uragani e siccità. Nel 2022 quasi 20 milioni di persone hanno affrontato una crisi alimentare a causa della siccità, mentre in Pakistan a causa delle alluvioni ci sono stati 1.700 morti e quasi 9 milioni di sfollati. Sono tutti fenomeni che nel prossimo futuro diventeranno più gravi ed estesi, se non taglieremo al più presto e in modo netto le emissioni di gas a effetto serra.

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