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Dolcificante comune associato al rischio di ictus e infarto: svelato il possibile, inquietante meccanismo

I ricercatori dell’Università del Colorado hanno determinato che l’eritritolo, un comune dolcificante usato in bibite, dolci, caramelle e altri prodotti senza zucchero, può provocare danni alle cellule della barriera ematoencefalica, alimentando il rischio di ictus e infarto. Gli effetti andranno dimostrati in studi più approfonditi.
A cura di Andrea Centini
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Un nuovo studio getta un'ombra sul dolcificante eritritolo, utilizzato in una moltitudine di prodotti dietetici e senza zucchero, dalle caramelle alle bibite. Secondo gli autori dell'articolo pubblicato sul Journal of Applied Physiology, infatti, questo edulcorante è in grado di innescare danni alle cellule della barriera ematoencefalica, il prezioso filtro che impedisce a virus, batteri, tossine e altri composti nocivi di raggiungere il cervello, permettendo al contempo il passaggio dei fondamentali nutrienti. Si tratta fondamentalmente di una rete basata su cellule endoteliali – e prolungamenti degli astrociti – che blocca la strada alla maggior parte delle sostanze indesiderate; è talmente selettiva che impedisce anche il transito di molti farmaci, rendono difficile il trattamento di diverse malattie. Danni a questa preziosa struttura possono esacerbare il rischio di coaguli di sangue, che a loro volta sono il principale meccanismo di innesco per ictus e infarto ischemico.

È doveroso sottolineare che questi danni alla barriera ematoencefalica sono stati osservati soltanto in test di laboratorio, preclinici, ovvero su cellule coltivate in vitro ed esposte all'eritritolo; serviranno pertanto studi molto più approfonditi per determinare se ciò si verifichi effettivamente nel nostro organismo. Tuttavia altre indagini avevano già trovato associazioni significative fra l'uso prolungato di questo dolcificante e il rischio di ictus e infarto. La ricerca “The artificial sweetener erythritol and cardiovascular event risk” pubblicata su Nature Medicine, ad esempio, ha rilevato che le persone con livelli di eritritolo più alti nel sangue avevano una probabilità sensibilmente superiore di gravi eventi cardiovascolari. Associazioni con l'aumento del rischio di ictus e infarto sono state trovate anche con altri dolcificanti, come l'aspartame e lo xilitolo. Il nuovo studio potrebbe dunque aver fatto luce sul meccanismo biologico alla base di questo legame pericoloso.

A determinare che il dolcificante eritritolo può causare danni alle cellule endoteliali della barriera ematoencefalica è stato un team di ricerca statunitense del Laboratorio di biologia vascolare integrativa presso il Dipartimento di Fisiologia Integrativa dell'Università del Colorado di Boulder. I ricercatori, guidati da Auburn R. Berry e Christopher A. DeSouza, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver esposto per tre ore le cellule di questo prezioso filtro – le cellule endoteliali microvascolari cerebrali umane (hCMEC) – a una quantità di eritritolo paragonabile a quella presente in una comune bevanda dolcificata. Come spiegato in un articolo pubblicato su The Conversation dal professor Havovi Chichger, docente di Scienze Biomediche presso l'Anglia Ruskin University, l'edulcorante ha innescato lo stress ossidativo nelle cellule endoteliali, che sono state travolte da “molecole dannose e altamente reattive note come radicali liberi”, inoltre ha ridotto al contempo “le difese antiossidanti naturali dell'organismo”. In alcuni casi l'azione ha portato persino alla morte delle cellule.

Tra gli effetti più preoccupanti osservati, anche la capacità di alterare il meccanismo “automatico” che permette ai vasi sanguigni di dilatarsi e restringersi in base alle condizioni. Questo processo è legato all'equilibrio tra ossido nitrico (che ha potere vasodilatatore) e l'endotelina-1, che invece è restringente. Gli scienziati hanno osservato che il dolcificante riduce la produzione del primo composto e aumenta quella del secondo, determinando uno squilibrio che può favorire l'ostruzione dei vasi da parte dei trombi. Se ciò non bastasse, l'eritritolo blocca anche la produzione dell'attivatore tissutale del plasminogeno, un composto in grado di dissolvere i coaguli di sangue prima che inneschino pericolose ostruzioni nei vasi.

Di fatto, ciò che è stato osservato in vitro sembra essere una vera e propria “tempesta perfetta”, in grado di spiegare potenzialmente la forte associazione con ictus e infarto rilevata da altri studi. Ma, lo ribadiamo, si tratta di analisi su cellule coltivate su piastre di Petri che dovranno essere confermate da ricerche molto più approfondite, nel contesto di trial clinici. Al momento il consumo di eritritolo – nelle dosi raccomandante – è considerato sicuro da parte delle principali organizzazioni sanitarie mondiali, tuttavia queste nuove indagini suggeriscono che l'uso continuativo e prolungato potrebbe effettivamente giocare un ruolo nell'esacerbare il rischio di gravi eventi vascolari. Come indicato, sono necessari altri studi per confermarlo. I dettagli della ricerca “The non-nutritive sweetener erythritol adversely affects brain microvascular endothelial cell function” sono stati pubblicati sul Journal of Applied Physiology.

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