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Dispositivo previene affaticamento vocale e lesioni a chi usa la voce per lavoro: come funziona

Un team di ricerca multidisciplinare ha creato un rivoluzionario dispositivo per prevenire affaticamento vocale e lesioni a chi usa tanto la voce per lavoro, come cantanti, insegnanti e operatori di call center. Ecco come funziona.
A cura di Andrea Centini
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Credit: Northwestern University
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Ricercatori americani hanno messo a punto un rivoluzionario dispositivo in grado di prevenire l'affaticamento vocale e potenziali lesioni alle corde vocali. Potrebbe apparire uno strumento “superfluo” per la maggior parte delle persone, ma in realtà ci sono milioni di lavoratori che usano la propria voce per guadagnarsi da vivere. Al di là dei cantanti, che sono all'apice della categoria, ci sono insegnanti, operatori di call center, giornalisti, allenatori sportivi e molti altri professionisti che fanno costantemente affidamento su di essa. Chi non è correttamente formato nel controllo e nella gestione della propria voce può andare incontro alla raucedine e alla perdita temporanea della stessa. Nei casi più gravi, magari in combinazione con una malattia, possono manifestarsi anche lesioni in grado di compromettere seriamente la voce. Il nuovo dispositivo è progettato proprio per prevenire questi rischi. Ma come funziona esattamente?

Innanzitutto, a mettere a punto lo strumento sono stati i ricercatori statunitensi della Northwestern University, un gruppo di biomedici, ingegneri dei materiali, logopedisti e altri specialisti che hanno collaborato a stretto contatto con cantanti, insegnanti di canto e altri esperti di voce. A guidarli i professori John A. Rogers e Theresa Brancaccio, rispettivamente docente di Scienza e Ingegneria dei Materiali e docente senior alla Scuola di Musica Bienen dell'ateneo di Chicago. Il dispositivo, grande quanto un francobollo, morbido e flessibile, è progettato per essere indossato nella parte alta del torace, poco al di sotto della base del collo. Grazie ai suoi sensori monitora costantemente l'attività vocale di una persona, riuscendo a distinguere se sta parlando o cantando. I dati raccolti vengono inviati tramite Bluetooth a un'applicazione (su smartphone, tablet etc etc) che si basa su algoritmi di apprendimento automatico in grado di analizzare l'andamento della voce e capire quando sta per sopraggiungere l'affaticamento. A quel punto il dispositivo inizia a vibrare e raccomanda di prendersi una pausa, per prevenire le conseguenze negative.

Credit: Northwestern University
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“Il dispositivo misura con precisione l'ampiezza e la frequenza del parlare e cantare”, ha dichiarato il professor Rogers in un comunicato stampa. “Questi due parametri sono molto importanti nel determinare il carico complessivo che si verifica sulle corde vocali. Essere consapevoli di questi parametri, sia in un dato istante che cumulativamente nel tempo, è essenziale per gestire modelli sani di vocalizzazione”, ha chiosato l'esperto. “È facile per le persone dimenticare quanto usano la propria voce”, gli ha fatto eco la professoressa Brancaccio. “I cantanti classici esperti tendono ad essere più consapevoli del loro uso vocale perché hanno imparato. Ma alcune persone, specialmente cantanti con meno formazione o persone, come insegnanti, politici e allenatori sportivi, che devono parlare molto per il loro lavoro, spesso non si rendono conto di quanto stiano spingendo. Vogliamo dare loro maggiore consapevolezza per aiutare a prevenire gli infortuni”, ha chiosato l'esperta di pedagogia vocale, insegnante di musica e cantante.

Il problema non sono i singoli eventi, anche se, come spiegato dall'Istituto Humanitas, le urla sguaiate (ad esempio per un goal) possono far insorgere polipi su una corda vocale, ma l'accumularsi degli eventi che mettono in sofferenza l'apparato vocale. Ad esempio, dopo una giornata di call center ci si potrebbe recare a una festa con musica a volume troppo alto ed essere costretti a urlare per farsi sentire. Queste esperienze continuate, soprattutto se combinate con malattie alle alte vie respiratorie, possono favorire l'insorgenza di lesioni e compromettere di conseguenza la voce.

Il dispositivo, come indicato, è nato unendo più professionalità. Tutto è iniziato con un'applicazione progettata dalla professoressa Brancaccio per i suoi studenti di canto. Serviva a monitorare il proprio “budget vocale”, tenendo presenti i numerosi fattori che catalizzano l'affaticamento della voce. I principi di questa app sono stati coniugati con quelli di un dispositivo wireless creato per monitorare la capacità di deglutizione di chi è stato colpito da un ictus e la tosse dei pazienti con COVID-19. Così, combinando le tecnologie, è nato il nuovo strumento per monitorare l'affaticamento vocale, che è stato finalizzato grazie all'apprendimento automatico, basato su migliaia di sequenze di canto e di parlato registrate in studio. I dettagli della ricerca “Closed-loop network of skin-interfaced wireless devices for quantifying vocal fatigue and providing user feedback” saranno pubblicati a breve sulla rivista scientifica PNAS.

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