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Cos’è il mormorio di storni e perché volano a milioni, creando forme incredibili nel cielo

Gli storni sono uccelli gregari che possono formare immensi stormi da milioni di esemplari, che prendono il nome di “mormorio”. Ecco di cosa si tratta e perché generano forme spettacolari nel cielo, ben note ai cittadini di Roma.
A cura di Andrea Centini
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Gli storni (Sturnus vulgaris) sono uccelli talmente diffusi e ben adattabili che sono stati inseriti nell'elenco delle “100 peggiori specie aliene invasive del mondo” dall'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN), il principale organo mondiale che si occupa di tutela della biodiversità. Questi volatili, infatti, mentre si spostano possono conquistare agevolmente nuovi territori e devastare – letteralmente – interi raccolti e piantagioni, dato che formano stormi composti anche da milioni di esemplari. Nella tradizione anglosassone a ciascuno stormo di una determinata specie di uccelli viene assegnato un nome; quello scelto per gli storni è “murmuration”, ovvero mormorio di storni in italiano, scelto per il frastuono generato dai richiami e dal battito d'ali sincronizzato.

Una delle caratteristiche più spettacolari degli stormi di storni (perdonate il gioco di parole) risiede nella capacità di creare forme incredibili nel cielo, con movimenti elegantissimi e all'unisono che lasciano senza fiato. Li conoscono bene i cittadini di Roma, dove ogni anno, durante la migrazione autunnale, questi meravigliosi uccelli si dirigono sulla Capitale per godere del tepore e della protezione dell'ambiente urbano. Si stima che fino a 4 milioni di storni visitino la Città Eterna, nella quale comportano anche qualche disagio pubblico a causa dell'immensa quantità di escrementi rilasciata (non a caso l'amministrazione capitolina è da tempo impegnata in operazioni di dissuasione).

Nell'antichità si credeva che il “mormorio” di storni, con le sue caratteristiche configurazioni ondulate, rappresentasse il volubile stato d'animo delle divinità. Oggi sappiamo bene che è una risposta all'aggressione dei predatori, in particolar modo falchi pellegrini (ma anche gabbiani reali nei cieli di Roma). Muovendosi all'unisono rendono più complicato per il rapace – o altro predatore – individuare un singolo esemplare da prendere di mira. Funzionano un po' come le strisce delle zebre nella savana africana, che scappando tutte assieme rendono più complicato per il leone di turno focalizzarsi sulla singola preda. È chiaro comunque che insistendo, prima o poi, un falco è in grado di isolare e catturare gli esemplari più anziani e malati che non riescono a seguire a fondo la coreografia sincronizzata.

Il meraviglioso piumaggio di uno storno. Credit: Andrea Centini
Il meraviglioso piumaggio di uno storno. Credit: Andrea Centini

Ma queste meravigliose danze aeree non sono ancora pienamente comprese; come spiegato dalla professoressa Anne Goodenough dell'Università del Gloucestershire alla BBC, i mormorii si verificano spesso prima che gli storni vadano a riposare, quindi potrebbero essere una sorta di segnale per tutto lo stormo di radunarsi in vista di una fredda notte da superare. “In questo modo, gli eventi di mormorio potrebbero essere effettivamente una promozione del luogo in cui si posa: fa molto più caldo per un singolo storno appollaiarsi come parte di un grande stormo, piuttosto che da solo o parte di un piccolo stormo”, evidenzia l'esperta.

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Uno dei luoghi al mondo più incredibili dove osservare i mormorii degli storni è sulle immense zone umide nel cuore del Parco Nazionale del Mare di Wadden, nella Danimarca sud-occidentale, al confine della Germania. Qui, ogni anno, tra l'autunno e la primavera si formano stormi con anche 1,5 milioni milioni di esemplari, rendendo la migrazione degli storni uno degli spettacoli più suggestivi per gli appassionati di birdwatching. A spiegare le ragioni di questi raduni la guida turistica Jesper Danneborg Voss, intervistato dalla BBC. “Gli uccelli trascorrono l'estate in Finlandia, Svezia o Siberia, e quando lassù fa freddo e il terreno inizia a ghiacciare, iniziano a migrare verso sud, fermandosi qui perché le condizioni sono fantastiche. Rimangono qui uno o due mesi prima di dirigersi a sud verso il Belgio e l'Inghilterra, poi volano di nuovo a nord in primavera, riunendosi di nuovo qui”, ha spiegato Voss.

Qui, infatti, il terreno è ricchissimo di prede e frutta caduta, perfetti per rifocillarsi in un ambiente meno rigido. “Gli uccelli dormono in posizione verticale, stringendosi agli steli delle canne, con un massimo di cinque uccelli per stelo. Il loro ritmo cardiaco diminuisce e si rilassano. Si avvicinano, comodi e al caldo, a 2 metri sopra l'acqua. Le immagini termiche hanno mostrato che il calore corporeo degli storni di notte è di 31°C, anche se la temperatura esterna è molto inferiore”, ha aggiunto l'esperto.

Recentemente un mormorio di storni ha creato un po' di scompiglio sul Golfo di Corinto, innanzi alla città greca di Patrasso. Gli uccelli hanno formato un'immensa nuvola nera e compatta, che ha incuriosito – e anche inquietato – i residenti, non abituati a un simile spettacolo. In Spagna sono invece precipitati al suolo centinaia di storni a causa di una “manovra sbagliata”, in cui due gruppi dello stesso stormo si sono scontrati frontalmente facendo perdere i sensi (o la vita) a moltissimi esemplari.

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