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Come far vivere più a lungo e in salute il proprio cane: scienziati svelano il fattore “segreto”

Un team di ricerca internazionale ha scoperto qual è il fattore chiave che promuove la salute e l’invecchiamento sano dei cani, con benefici sul benessere e la longevità cinque volte maggiori rispetto ad altri fattori.
A cura di Andrea Centini
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I cani, purtroppo, vivono molto meno di noi e quando se vanno lasciano un vuoto enorme nel cuore di chi li ha amati e accuditi. Tutti noi vorremmo che i nostri amici pelosi vivessero il più a lungo possibile e in salute. Ci sono diversi modi per perseguire questo obiettivo, che spaziano dai controlli regolari dal veterinario al donare a "Fido" una vita gioiosa e attiva, ma oggi, grazie a un nuovo studio, gli scienziati hanno scoperto qual è il fattore chiave in grado di migliorare sensibilmente il loro benessere e favorire un invecchiamento più sano. In altri termini, è stato identificato l'ingrediente segreto per far vivere più a lungo il nostro cane; è la compagnia sociale, promossa sia dagli altri animali che dagli esseri umani. In pratica, donare una nutrita cerchia affettiva e di giochi ai nostri cani dona loro benessere più di ogni altra cosa, tanto che i benefici che ne derivano sono cinque volte superiori rispetto a quelli di qualunque altro fattore preso in considerazione.

A determinare che avere più compagni sociali (umani e canini) per i cani migliora la salute e promuove un invecchiamento sano è stato un team di ricerca statunitense guidato da scienziati dell'Università Statale dell'Arizona, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi del Dipartimento di scienze della salute della popolazione del College di Medicina Veterinaria Virginia-Maryland, del Centro per gli studi in demografia ed ecologia dell'Università di Washington e del Dog Aging Project Consortium. Quest'ultimo è un progetto di ricerca promosso dalle università di Washington e Texas A&M volto a comprendere come lo stile di vita, l'ambiente sociale e la genetica influenzano l'invecchiamento, lo sviluppo e gli esiti delle malattie nei cani. Sono oltre 45.000 gli esemplari (di tutte le razze) coinvolti nel Dog Aging Project, mentre oltre 21.000 sono stati quelli inclusi nel nuovo studio, coordinato dai dottori Snyder-Mackler, Bri McCoy e Layla Brassington. I ricercatori hanno intervistato migliaia di proprietari per conoscere il contesto sociale, finanziario e affettivo nel quale vivevano gli amici a quattro zampe; al contempo sono stati raccolti dati su età, peso, attività fisica, uso di farmaci, comportamento, dieta e altri dettagli sui cani.

Incrociando tutte le informazioni è emerso che l'elemento chiave in grado migliorare sensibilmente il benessere e l'invecchiamento sano di fido era proprio la componente sociale; in parole semplici, cani che vivevano in piccoli “branchi” famigliari e con diversi amici umani avevano una salute molto migliore degli altri, indipendentemente dal peso e dall'età. È chiaro che in animali sociali come noi e i cani, avere tanti compagni fa una differenza enorme sul benessere psicofisico. I ricercatori hanno inoltre scoperto che le cosiddette “avversità finanziarie e domestiche” (redditi bassi e privazioni sociali) erano legate a una salute peggiore dei cani, così come a una minore attività fisica.

Curiosamente, gli scienziati hanno anche determinato che nelle famiglie con più bambini i cani avevano una salute peggiore, probabilmente perché i padroni sono impegnati a trascorrere più tempo con i figli. “Abbiamo scoperto che il tempo trascorso con i bambini ha effettivamente un effetto dannoso sulla salute del cane”, ha affermato la dottoressa Brassington in un comunicato stampa. “Più tempo dedicato dai proprietari ai figli probabilmente porta a meno tempo da trascorrere con i loro piccoli pelosi”, ha aggiunto l'esperta. “Puoi considerarlo un problema di allocazione delle risorse, piuttosto che un problema per i bambini che fanno male ai cani”, le ha fatto eco la dottoressa McCoy. Gli scienziati hanno infine scoperto che i cani che vivevano in famiglie con redditi più alti avevano una maggiore diagnosi di malattie, grazie a un miglior accesso alle cure mediche.

Nel prosieguo del Dog Aging Project gli scienziati valuteranno anche le cartelle cliniche e condurranno indagini molecolari e immunologiche per risultati ancora più accurati. I dettagli della ricerca “Social determinants of health and disease in companion dogs: a cohort study from the Dog Aging Project” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Evolution, Medicine & Public Health.

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