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Vaccino anti cancro per cani raddoppia la sopravvivenza, oncologo veterinario: “È rivoluzionario”

Ricercatori statunitensi hanno sviluppato un vaccino anti cancro per cani in grado di raddoppiare il tasso di sopravvivenza per diversi tumori. Al momento è ancora sperimentale ma si attende l’approvazione dalle autorità competenti. Come funziona.
A cura di Andrea Centini
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Un vaccino sperimentale contro il cancro dei cani è in grado di raddoppiare il tasso di sopravvivenza per diversi tumori, facendolo passare dal 35 al 60 percento circa a 12 mesi. Diversi di quelli trattati sono ancora vivi anni dopo la diagnosi infausta, per la quale i medici veterinari prevedevano la morte entro poche settimane o mesi. Ad oggi il preparato è stato somministrato a circa 300 cani, tutti inclusi in indagini preliminari condotte negli Stati Uniti e in Canada; la speranza dei ricercatori è che il vaccino possa essere presto autorizzato dal Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti (USDA), l'ente deputato alla regolamentazione dei farmaci veterinari negli USA.

Il vaccino contro il cancro dei cani è in sperimentazione da circa otto anni; tecnicamente si tratta di una immunoterapia ad azione policlonale. I ricercatori coordinati dal professor Mark Mamula, docente presso la sezione di Reumatologia della prestigiosa Scuola di Medicina dell'Università di Yale, hanno messo a punto il farmaco basandolo sull'impalcatura dei trattamenti immunoterapici con anticorpi monoclonali, cioè semi-sintetici, realizzati in laboratorio a partire da veri anticorpi. Poiché diversi tumori nell'uomo e nei cani sovraesprimono specifiche proteine, come il recettore del fattore di crescita epidermico (EGFR) e il recettore 2 del fattore di crescita epidermico umano (HER2), questi anticorpi monoclonali – alla stregua di cetuximab e trastuzumab – sono basati sulle cellule immunitarie che si legano a queste proteine per attaccarle. Una volta infusi, in pratica, spingono il sistema immunitario a colpire le cellule tumorali che esprimo tali proteine.

L'approccio di Mamula e colleghi è simile, ma invece di basarsi su una singola cellula immunitaria, ne abbraccia diverse. Ecco perché si parla di azione policlonale. Gli anticorpi derivati si legano a più parti delle proteine EGFR/HER2, pertanto, dal punto di vista teorico, viene amplificata l'azione immunitaria contro la massa tumorale e ridotto il rischio di resistenza al trattamento. I risultati preliminari condotti sulle centinaia di cani coinvolti nello studio sembrano dimostrarlo, dato che, come indicato, dopo la vaccinazione il tasso di sopravvivenza a un anno è passato dal 35 al 60 percento circa per alcuni dei tumori testati. Fra essi l'osteosarcoma, un cancro delle ossa che uccide quasi il 70 percento dei cani ai quali viene diagnosticato entro un anno.

L'Università di Yale ha raccontato il caso del golden retriver Hunter, al quale era stato diagnosticato l'osteosarcoma. Dopo l'amputazione della zampa anteriore sinistra (dove era stato rilevato il tumore maligno) e la chemioterapia, è stato coinvolto nella sperimentazione del vaccino; oggi a tre anni dalla somministrazione è ancora in vita, giocoso e felice. "Ricevo molte e-mail da proprietari di cani grati a cui era stato detto che i loro animali avevano settimane o mesi di vita, ma che ora hanno due o tre anni oltre la diagnosi di cancro", ha affermato il professor Mamula in un comunicato stampa. “È un programma che non è prezioso solo per me come amante dei cani. Testimoniare la felicità che le terapie di successo donano alle famiglie con cani è incredibilmente gratificante”, ha aggiunto l'immunologo.

Attualmente il vaccino ha dimostrato la sua efficacia come farmaco terapeutico, ma non si esclude che possa avere anche un'efficacia preventiva, alla quale sono notoriamente associati i vaccini. Saranno condotti studi ad hoc sull'incidenza dei determinati tumori per verificarlo. La speranza del professor Mamula, che ha creato la società TheraJan con l'obiettivo di produrre il vaccino una volta ottenuta l'autorizzazione, è di testare il trattamento anche nell'uomo, dato che cani ed esseri umani si ammalano degli stessi tumori. Nel frattempo i risultati sui cani sono considerati estremamente positivi. “In oncologia veterinaria la nostra cassetta degli attrezzi è molto più piccola di quella dell'oncologia umana”, ha dichiarato il dottor Gerry Post, un oncologo veterinario. “Questo vaccino è davvero rivoluzionario. Non potrei essere più entusiasta da oncologo veterinario”, ha chiosato commentando i risultati.

L'efficacia del vaccino era stata già dimostrata nello studio “Vaccine-induced ErbB (EGFR/HER2)-specific immunity in spontaneous canine cancer” pubblicato su Translational Oncology. Ora si attende l'approvazione dell'USDA per renderlo disponibile negli USA e probabilmente da lì, in tutto il mondo. Recentemente anche un vaccino anti cancro per cani basato su cellule staminali e messo a punto da scienziati ha dimostrato ottimi risultati, allungando la vita anche a pazienti malati terminali senza più opzioni terapeutiche.

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