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C’è una nebulosa a forma di delfino nello spazio: la splendida astrofotografia scattata dall’Abruzzo

L’astrofotografo abruzzese Marco Feliciani è riuscito a catturare un’immagine meravigliosa della Nebulosa Delfino, una nebulosa a emissione sita a 5mila anni luce dalla Terra che ricorda la testa di un piccolo cetaceo.
A cura di Andrea Centini
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Nebulosa Delfino, Credit: Marco Feliciani
Nebulosa Delfino, Credit: Marco Feliciani

Nel cuore dello spazio profondo si annidano oggetti celesti dalle forme e dai colori straordinari, che molto spesso possono emergere solo grazie alla fotografia a lunga posa. È il caso della Nebulosa Delfino o Nebulosa Testa di Delfino (formalmente Sh2-308), una meravigliosa nebulosa a emissione sita a 5.000 anni luce dalla Terra, incastonata nella costellazione del Cane Maggiore (Canis Major). Sulla volta celeste è poco distante da Sirio, la stella più luminosa del firmamento. Si tratta di un oggetto estremamente debole, una vera e propria sfida per astrofotografi professionisti e amatoriali, anche a causa delle lunghissime ore di esposizione necessarie per farla comparire in tutto il suo splendore.

A coglierla con un risultato davvero mozzafiato, grazie a una combinazione di strumenti, competenze tecniche e tantissima dedizione, vi è riuscito l'appassionato di astronomia e astrofotografia abruzzese Marco Feliciani, che ha “catturato” la Nebulosa Delfino durante più sessioni serali dalla provincia a nord de L'Aquila. Per ottenere la straordinaria immagine che vedete in testa all'articolo, infatti, sono state necessarie ben 11 ore di esposizione complessive, unendo decine e decine di scatti da 600 secondi (10 minuti) ciascuno. Per chi non lo sapesse, infatti, l'astrofotografia si basa sulla “fusione” – chiamata stacking in inglese – di numerose singole fotografie a lunga posa, che vengono allineate e unite attraverso appositi software.

Per immortalare la Nebulosa Delfino l'astrofotografo abruzzese ha utilizzato un generoso telescopio Newton 200/800 mm f4; una montatura equatoriale motorizzata (fondamentale per “inseguire” le stelle che si spostano nel firmamento a causa dei moti della Terra attorno al Sole); una fotocamera astronomica raffreddata e altra strumentazione, praticamente indispensabile per l'astrofotografia di alto livello. Una volta ottenuti i singoli scatti e allineati, vanno elaborati attraverso specifici software che, se usati sapientemente, riescono a far emergere tutti i dettagli catturati dal sensore della fotocamera. Il risultato, come nel caso dell'oggetto colto da Feliciani, è assolutamente sbalorditivo.

Il nome comune della nebulosa azzurra è immediatamente comprensibile; sembra infatti la testa di un delfino che emerge da un oceano scintillante di stelle. Dal rostro (il “muso”) si potrebbe anche azzardare la specie, un piccolo tursiope (Tursiops truncatus), il delfino per antonomasia come il celebre Flipper. Solo che in questo caso è gigantesco. Gli astronomi stimano infatti che la nebulosa abbia un diametro di circa 60 anni luce, come indicato dall'Istituto Nazionale di Fisica e Astronomia (INAF) di Bologna. Le dimensioni nel cielo sono leggermente più grandi di quelle della Luna Piena, ma si tratta di un oggetto completamente invisibile a occhio nudo, anche in cieli totalmente bui e privi di inquinamento luminoso come quello del deserto di Atacama.

La Nebulosa Delfino, come specificato dalla NASA, è una vera e propria bolla cosmica (composta da atomi di ossigeno ionizzato) generata dai venti veloci del peculiare astro che si trova nel suo cuore, una stella di Wolf-Rayet. Si tratta di un tipo di stella calda, massiccia e molto attiva, presumibilmente in fase di pre-supernova, come indicato dall'agenzia aerospaziale americana. I venti generati dalla sua attività hanno disegnato nello spazio lo spettacolare delfino cosmico, la cui età stimata è di circa 70mila anni. Oggi lo possiamo ammirare con un dettaglio meraviglioso grazie all'immagine di Marco Feliciani scattata dall'Abruzzo.

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