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In tre anni spesi 4.500 miliardi di euro per salvare le banche europee

Dal 2008 al 2011 gli Stati europei hanno sborsato migliaia di euro per far fronte alla crisi delle banche, così oggi la commissione di Bruxelles ha avviato un nuovo piano di intervento affinché in futuro le spese non ricadano più sui contribuenti.
A cura di Antonio Palma
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In tre anni spesi  4.500 miliardi di euro per salvare le banche europee

Nel triennio 2008 – 2011 gli stati aderenti all'Unione Europea hanno speso circa 4.500 miliardi di euro per salvare le banche del continente dal crac della crisi economica e finanziaria che ha colpito l'Europa. A rivelare l'enorme cifra la Commissione europea che da Bruxelles ha fatto il punto della situazione sul rischio di contagio della crisi nell'Ue e sulla situazione delle banche, molte delle quali ancora oggi rischiano il crac perché troppo esposte con il debito pubblico degli stati. Proprio per questo motivo il commissario Ue per il mercato unico, Michel Barnier ha presentato oggi il nuovo piano di risanamento per le banche atteso da tempo e approvato dalla Commissione, che stabilisce un nuovo quadro normativo comune per fare fronte alla crisi degli istituti di credito.

In aumento i prestiti della Bce alle banche – Del resto la stretta sul credito a famiglie e imprese nonostante i prestiti della Bce evidenzia come la situazione sia tutt'altro che tranquilla e una normalizzazione del settore è ancora lontana dal venire. Le banche europee continuano a chieder prestiti agevolati alla Bce facendo lievitare i costi che ogni Stato deve accollarsi per finanziarle. La Banca Centrale Europea infatti ha annunciato oggi di aver elargito a quattro banche su loro richiesta circa 1500 miliardi di dollari attraverso lo swap settimanale, che vanno ad aggiungersi a quelli delle settimane scorse. Le richieste di prestito delle banche, come annuncia la Bce, sono sempre più in aumento, rispetto alla settimana scorsa le concessioni di prestito da parte di Francoforte sono raddoppiate con un volume di denaro pari a tre volte quello della settimana precedente.

Piano europeo per le crisi future – Il nuovo piano di salvataggio approvato da Bruxelles è per il lungo periodo perché "non possiamo non fare niente, dobbiamo agire" come ha detto il commissario Michel Barnier, in modo che almeno in futuro i costi dei fallimenti non ricadano sui contribuenti e le casse dello stato. Con le nuove norme, infatti,  le autorità disporranno di strumenti per intervenire sia prima che i problemi si verifichino, sia quando sono già in atto, ma in fase precoce, in modo da evitare che i costi della ristrutturazione e della risoluzione delle crisi delle banche in dissesto ricadano sui contribuenti, facendoli invece ricadere sui proprietari e sui creditori della banca.

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