La prima volta che conobbi Ilaria Bidini fu qualche anno fa, quando provai a raccontare il sesso partendo da una carrozzina. Ilaria fu una delle due ragazze che raccontarono la loro storia di fronte alla mia telecamera.
Da allora con Ilaria ho continuato a sentirmi, e da sempre Ilaria mi raccontava della violenza dei messaggi che riceveva, soprattutto sotto i suoi video su Youtube. Questi messaggi li riceveva da più persone, almeno a giudicare dalle firme. O forse, soprattutto, da una persona in particolare, che moltiplicava i suoi profili per aumentare le possibilità di fare del male a Ilaria. Le indagini sono ancora in corso, spero arrivino presto a individuare il (o i) colpevoli, su questo fronte non voglio aggiungere altro, se non ricordare che questa è una storia che non ha ancora avuto il punto perché il finale è ancora da scrivere.
Gli attacchi di cyber-bullismo che Ilaria Bidini riceveva, qualche mese fa, hanno toccato l'apice. Tramite il suo profilo, Ilaria, gridava aiuto. Lo sentivo. Lei lo gridava con parsimonia, oppure ogni tanto le usciva fuori una frase che si capiva portava con se l'impotenza di fronte a un nemico non identificato. Non ne poteva più, Ilaria. Allora le scrissi. Le promisi che avrei pensato qualcosa. Lei mi ringraziò, tanto. Io ci pensai tre giorni e poi la chiamai, proponendole di dimostrare cosa significasse oggi essere forti. Chiesi a Ilaria di dimostrare quello che in lei avevo capito osservandola mentre viveva. Io chiesi a Ilaria di rispolverare il senso e il significato della parola "forte", e di attribuirgliene uno nuovo.
"Forte" non è la capacità di scagliare un pugno, un calcio o un insulto – spiegai a Ilaria – ma quella di relazionarsi con gli altri, senza paura. Con gentilezza e radicalità. Per questo Ilaria Bidini, lo sapevo, è "forte". Anzi no: "fortissima". E non conta niente quante fragilità abbia, o quante ne abbiamo noi, lei è forte anche per quelle, perché fragilità non è debolezza, arrendevolezza, fragilità non è tirarsi indietro, ma fare sempre un passo avanti per permettere agli altri di farne anche due o tre. Forte e fragile viaggiano a braccetto e rappresentano Ilaria, che gioca se stessa nella difesa dei giusti.
Dunque, quando chiamai Ilaria, le proposi di prendere gli insulti peggiori, i più cattivi, i più violenti, la scelta era purtroppo ampia, e di leggerli di fronte alla telecamera. Ilaria accettò, volentieri e con ironia.
Per questo il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ieri ha nominato Ilaria Bidini Cavaliere dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana: "Per il coraggio e lo spirito di iniziativa con cui ha pubblicamente denunciato i fenomeni di bullismo e cyber-bullismo di cui è stata vittima".
Se non avete visto il video che abbiamo girato con Ilaria, guardatelo. Fatelo vostro. Perché è il senso ultimo, ma anche primo, del lavoro del nostro giornale e di Ilaria: dare voce alle storie, belle e brutte. Quelle belle per dare speranza ed essere replicate, e quelle brutte perché mai più accadano. E ieri, non è un caso, siamo riusciti a far girare anche l'attenzione del presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Un grazie, in tutto questo, anche a Federico Cappelli, il ragazzo di Ilaria. Tra l'altro: guardate come sono belli insieme Ilaria e Federico in questa intervista doppia.
E un GRAZIE maiuscolo a Ilaria, che ogni giorno dimostra il valore della resistenza contro il bullismo. Resistenza che, come sempre, significa dare respiro alle storie migliori, per togliere aria a quelle indegne di rappresentare il genere umano.
PS. cara Ilaria, amica mia, le persone che ti vogliono bene sono tante, e siamo molto più numerose di qualche cattiva singolarità.
