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Perché Ilaria Salis ha scelto di candidarsi alle europee con Verdi-Sinistra e cosa può succederle ora

Ilaria Salis, insegnante italiana detenuta in Ungheria da oltre un anno con l’accusa di aver aggredito due neonazisti, si candiderà con Alleanza Verdi-Sinistra perché è la scelta più coerente con il suo trascorso politico. Se eletta potrebbe uscire dal carcere, ma in caso contrario rischia di complicare la sua situazione.
A cura di Luca Pons
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Era nell'aria da mesi la notizia della candidatura alle europee di Ilaria Salis, insegnante e attivista detenuta da tredici mesi nel carcere di Budapest con l'accusa di aver partecipato all'aggressione di due neonazisti. Alla fine la conferma è arrivata: Salis correrà con Alleanza Verdi-Sinistra, e non con il Partito democratico come si era prospettato a febbraio. La candidatura non è solo un atto politico ma, come hanno spiegato i vertici di Avs, potrebbe avere anche un peso giudiziario. Infatti, in caso di elezione, Salis otterrebbe l'immunità parlamentare.

Perché Salis si candida con Avs

La decisione, come ha raccontato il padre Roberto Salis in diverse interviste, è arrivata quando diverse forze politiche hanno risposto alla richiesta di aiuto che l'uomo stava diffondendo a chiunque avesse intenzione di ascoltarlo. Si sono detti disponibili a dare una mano non solo il Partito democratico e Alleanza Verdi-Sinistra, ma anche Pace terra dignità, la lista di Michele Santoro, offrendo la candidatura. Salis padre non ha nascosto che avrebbe preferito una candidatura con il Pd, se non altro perché potenzialmente l'elezione sarebbe stata più sicura. Tuttavia, la figlia ha preferito fare la scelta più coerente con il "trascorso politico", ha detto Salis.

Salis dovrebbe essere candidata nel Nord-Ovest. Alleanza Verdi-Sinistra dovrà raggiungere almeno il 4% per poter eleggere un suo rappresentante al Parlamento europeo (i più recenti sondaggi piazzano Avs proprio attorno a questa soglia, a volte poco sopra e altre volte poco sotto). Se si ottiene questo risultato l'esito dipenderà dal numero di preferenze individuali ricevute dai candidati.

Cosa può cambiare se viene eletta o no

L'insegnante è detenuta da oltre un anno in Ungheria: il suo caso aveva attirato l'attenzione nazionale quando era stata portata in aula con catene alle caviglie e ai polsi e con collare al collo. I leader di Alleanza Verdi-Sinistra, Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli, hanno spiegato che l'intenzione dietro la candidatura non è quella di evitare ogni procedimento giudiziario per Salis, ma di "tutelare i suoi diritti e la dignità". Lo ha ribadito anche il padre su Rete 4: lo scopo non è "sfuggire al processo e a capi d’imputazione per i quali Ilaria si dichiara innocente, ma il diritto ad avere un processo giusto, che rispetti le garanzie della difesa".

I dettagli giuridici verrebbero affrontati nelle corti europee, italiane e ungheresi, ma molti esperti concordano nel dire che la donna, se eletta, grazie all'immunità parlamentare dovrebbe essere rilasciata dal carcere immediatamente. Il processo potrebbe poi continuare (a stabilirlo sarebbe una commissione del Parlamento europeo) ma è quasi certo che Salis non dovrebbe più restare in prigione e potrebbe affrontare le udienze da persona libera. Certo, ora dovrà organizzare una campagna elettorale dal carcere, senza poter comunicare con l'esterno direttamente, ma solo tramite brevi colloqui quotidiani con il padre in cui non può lasciare nulla di scritto.

Il rischio, al contrario, è che se Salis non dovesse essere eletta la sua posizione diventerebbe ancora più complicata da risolvere sul piano diplomatico. La sua opposizione al governo ungherese, infatti, è nota ma diventerebbe ancora più esplicita. Come ha sottolineato Roberto Salis, però, "una ritorsione giudiziaria su un cittadino imputato perché si candida e magari non viene eletto non farebbe che dimostrare una volta di più ciò che sospettiamo da tempo: che si tratta di un processo politico".

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