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Il Veneto approva una legge che esclude i bimbi “stranieri” dall’asilo nido

Il consiglio regionale veneto ha approvato una proposta di legge avanzata dai tosiani Negro e Conte che sancisce l’esistenza di una corsia preferenziale per l’iscrizione dei bimbi figli di genitori residenti in veneto da almeno 15 anni negli asili nido pubblici dislocati sul territorio.
A cura di Charlotte Matteini
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I posti disponibili negli asili nido comunali verranno assegnati in via prioritaria ai bambini figli di genitori residenti in Veneto da almeno 15 anni. A prevedere l'introduzione di questo meccanismo è una nuova proposta di legge presentata dai consiglieri Maurizio Conte e Giovanna Negro approvata dal consiglio regionale veneto e che prevede la modifica della legge regionale del 1990 che regola l'erogazione dei servizi per la prima infanzia. Secondo quanto proposto, quindi, per l'iscrizione prioritaria dei bambini nelle strutture messe a disposizione da istituzioni pubbliche il requisito fondamentale sarà la residenza ininterrotta da almeno 15 anni dei genitori dei piccoli allievi. Sostanzialmente questa nuova legge modificherà la costruzione delle graduatorie previste per l'accesso agli asili nido sancendo per i "veneti di lungo corso" una sorta di corsia preferenziale rispetto agli altri. "Hanno titolo di precedenza per l'ammissione all'asilo nido nel seguente ordine di priorità: i bambini portatori di disabilità; i figli di genitori residenti in Veneto ininterrottamente da almeno 15 anni o che prestino attività lavorativa in Veneto ininterrottamente da almeno 15 anni", si legge nel testo della proposta di legge avanzata dai due consiglieri tosiani. In questo modo, quindi, i posti negli asili nido verranno assegnati prima a chi risponderà a questi requisiti e successivamente, in caso rimangano ulteriori collocazioni disponibili, a tutti gli altri presenti in graduatoria".

asili nido veneto

"Riteniamo che si debbano privilegiare quei cittadini che dimostrino di avere un serio legame con il territorio della nostra Regione", ha spiegato la relatrice Giovanna Negro presentando la proposta in Commissione Sanità. "Vogliamo dare priorità alla nostra gente che vive, lavora e paga le tasse qui", spiegano i proponenti sottolineando le intenzioni della pdl. Al momento la legge risulta essere stata approvata dal consiglio a maggioranza, con l'eccezione dei consiglieri di Forza Italia che si sono astenuti, ed è duramente contestata dalle opposizioni che la definiscono "fortemente ideologica". "La legge incide sull’autonomia dei Comuni e impedirà di fare graduatorie rispettose dei bisogni reali di chi deve inserire i figli negli asili nido. È un provvedimento sbagliato e siamo molto preoccupati per gli effetti negativi che andrà a produrre: dalla minor attrattività del Veneto per le giovani coppie all’esclusione di tante famiglie vulnerabili", ha duramente criticato Claudio Sinigaglia del Partito Democratico, che punta soprattutto a sottolineare il fatto che in questa maniera ci saranno famiglie, che magari vivono in Regione da 14, 13 o 10 anni, che si troveranno a subire questa discriminazione. Nonostante l'approvazione in consiglio regionale, al momento la proposta deve però passare il vaglio costituzionale e non è detto venga quindi confermata. Attualmente in Regione Veneto la copertura dei nidi comunali arriva a malapena al 10% del fabbisogno complessivo e conta la presenza di circa un centinaio di strutture e soli 4mila posti disponibili sul territorio.

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